incid-porto-genovaRoma, 22 mag – A due settimane dall’incidente della Jolly Nero, la Procura di Genova ha aperto un fascicolo per accertarne le cause. Ma i diportisti genovesi lo sanno già cosa non va nello scalo ligure. Le grandi navi, commerciali e civili, non riescono ad uscire dal porto di prua perchè l’uscita di ponente non è dragata e quindi sono costrette a macchinose manovre all’interno del porto. Non è un caso che la ro/ro della compagnia Messina abbia colpito, e purtroppo abbattuto, la torretta dei piloti in retromarcia.

“E’ un incidente che poteva capitare a chiunque. Se la motonave avesse avuto la possibilità di uscire a marcia avanti, anche in caso di avaria, non sarebbe successo nulla. Si è avvicinata così tanto alla torretta a causa del mancato dragaggio e di una manovra fatta male fin dall’inizio”. Questo è il racconto di un operaio del porto di Genova che ogni giorno vede arrivare e partire centinaia di navi.

A quanto apprende AgenParl gli armatori Messina hanno deciso di non fare causa al Ministero delle Infrastrutture e tantomeno alla Regione Liguria per il mancato dragaggio del Porto di Genova.

Ma il pericolo era noto. Infatti, lo scorso 4 settembre il Presidente dell’Autorità portuale di Genova, Luigi Merlo, dichiarava al Secolo XIX sul problema dragaggio affermava “Per Genova, il problema è che nell’area interessata ai lavori invece che materiale sabbioso e limoso è presente roccia che può essere asportata solamente con l’utilizzo di micro-cariche. Ritardare questa attività o ancor peggio non completarla vorrebbe dire perdere immediatamente competitività – ha concluso Merlo -, mettere a serio rischio i nostri terminal, i bacini di carenaggio, i loro lavoratori e quelli della Compagnia Unica e dell’indotto, a vantaggio di altri porti soprattutto stranieri. Come presidente dell’Autorità portuale, ho il dovere di garantire il funzionamento del porto mettendo in atto tutte le iniziative necessarie alla sua operatività e al suo sviluppo».

(AGENPARL)