GIUSTIZIA2Battaglie decennali sono state fatte in queste pagine sull’usura bancaria cercando di far capire i meccanismi sottili e diabolici,  senza solidarietà dai colleghi, nel silenzio assoluto degli altri media che nel frattempo incameravano fior fior di proventi pubblicitari dagli istituti di credito, ora si sono svegliati tutti, improvvisamente. Anche le Iene il 27 settembre ha esordito con una puntata dedicata all’odioso fenomeno, dal titolo  «Quando le banche “sbagliano”» (http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/388776/pelazza-quando-le-banche-sbagliano-.html). Incontestabile  servizio nei punti salienti utili per la constatazione della presenza di usura ma ancora nessuno parla del calvario che gli utenti “ribelli” devono affrontare, sempre ammesso che abbiano sufficienti sostanze economiche per sostenere l’iter giudiziario e abbastanza fermezza psichica per non inabissarsi in una depressione.  Avendo visto numerosissimi casi possiamo affermare che fin dalla perizia i numeri sembrano delle opinioni più che dei calcoli.  E’ consigliabile non fermarsi a un’unica perizia, meglio due, perfetto tre. Rimarrete di stucco quando prenderete visione  degli elaborati peritali, ogni perito darà i propri numeri, tassi,  totali del maltolto. Una perizia non sarà mai uguale all’altra. Eppure tutti seguono le stesse norme. Seppur senza capirci nulla, ci vogliamo fidare. Arriva il momento di cercare un avvocato. Ecco qui iniziano i guai.  Ci vuole un civilista esperto in diritto bancario, possibilmente che non abbia intrecci di interessi con gli Istituti di credito, o fidi o mutui con la stessa banca. Tutti  accettano con entusiasmo, pochissimi sono all’altezza di sostenere una causa del genere, tra i professionisti onesti è necessario sottolineare.

Ma l’usura è un reato penale.  Qui si passa dalla padella alla brace.  Ammesso di trovare un avvocato che se la senta davvero di battersi per una così nobile causa, poi si arriva a fare i conti con i Tribunali italiani.   Un palmares di informazioni e di documenti che possiamo proporvi vi faranno perdere definitivamente la fiducia nella giustizia.  In redazione abbiamo almeno un metro cubo di denunce con relativa archiviazione simil ciclostilate, visto che sono tutte identiche, dove le Procure di tutta Italia, più al nord che al sud ad onor del vero, scrivono che non si tratta di usura ma di sbagli, in quanto le banche hanno seguito le circolari di banca d’italia.  Quindi secondo le Procure, il legislatore sarebbe Banca d’Italia in sostanza, la 108/96 è uno scritto senza senso? Ovviamente la maggior parte degli utenti sgozzati economicamente reagiscono con le opposizioni alle archiviazioni ma raramente vengono accettate. Quindi per i tribunali italiani è usuraio il privato che presta i soldi a strozzo ma non lo è una povera banca che succhia il sangue alle aziende, magari sotto la minaccia dell’iscrizione in centrale rischi che rappresenta la morte dell’impresa.

E’ vero che in Tribunale abbiamo visto soccombere molte banche dal punto di vista civilistico ma sotto il profilo penale, nel migliore dei casi, caso De Masi, esiste il reato ma non chi l’ha commesso. Pertanto per il delitto di usura, in galera non è mai finito nessuno.

Nonostante le sentenze di parte civile che constata l’anatocismo, ossia la cubatura degli interessi, che sommate a commissioni di massimo scoperto, a spese e oneri, il più delle volte sfocia in usura, i giudici non procedono d’ufficio tranne qualche rarissimo caso, ma sarebbero obbligati a farlo. Non solo. Davanti a una sentenza parte civile che condanna la banca, l’utente denuncia l’usura in Procura ma ugualmente viene archiviata.  Rappresentativo è quanto scrive  la procura di Verona «rilevato che non sussistono sufficienti elementi per sostenere l’accusa in giudizio atteso che, per ormai costante giurisprudenza di codesto ufficio GIP/GUP (cfr. recenti sentenze di proscioglimento che hanno accolto l’impostazione difensiva dei funzionari delle banche erogatrici), i tassi praticati dagli Istituti di credito sulla base della circolare di banca d’italia non sarebbero – nonostante il dettato della norma incriminatrice – oggettivamente usurari talchè appare del tutto inutile disporre complessi accertamenti, anche di natura tecnica ( certo non apparendo tali la scarna relazione e i pochi documenti allegati alla querela, già di per se succinta), tenuto conto del predetto indirizzo giurisprudenziale; inoltre come già sostenuto da codesto ufficio, anche se oggettivamente si raggiungesse la prova della natura usuraia dei tassi, non si potrebbe comunque sostenere l’accusa per carenza di prova dell’elemento soggettivo avendo gli autori, e cioè i funzionari di banca preposti all’esecuzione del contratto, applicato detti tassi fidando sulla fondatezza della suddetta circolare; né nella fattispecie, appare sussistere la prova che al momento di dare o promettere gli interessi asseritamene usurari il contraente si trovasse in difficoltà economiche-finanziarie conosciute dalla controparte».  Ossia il magistrato considera superfluo indagare, perché i poveri banchieri hanno preso per oro colato una circolare di banca d’italia e non la legge.  Se non sbaglio la legge non ammette ignoranza o questo vale per tutti tranne che per le banche? La scarna documentazione allegata oltretutto pare davvero una presa in giro; non sono bastate due perizie, tutta la documentazione dell’intera storia del conto corrente in questione, la sentenza del tribunale civile, e guarda caso persino la circolare di banca d’Italia che riporta esattamente ciò che prevede la legge. L’imprenditore per maggior scrupolo ha raccolto materiale dove persino banca d’italia scrive agli Istituti raccomandandosi di non compiere degli illeciti, e del materiale del Garante della concorrenza e del mercato che avverte banca d’italia del comportamento scorretto delle banche. Ma il PM è chiaro “non si potrebbe comunque sostenere l’accusa per carenza di prova dell’elemento soggettivo”.  Già a priori.  Eppure l’usura si legge nei numeri, quale altra prova servirebbe?

Da tutto questo è nato un vero business, giocato tra incompetenti, similtruffatori, consulenti improvvisati, professionisti avidi che cercano di spartirsi il nuovo portafoglio dei vessati, usurati e rovinati.  Possiamo solo mettervi in guardia da tutti questi pericoli che poi alla fine, davvero non si sa se il peggiore dei mali sia la malattia o la cura.

Daniela Russo

 

Qui di seguito Vi proponiamo una piccola raccolta di articoli che vi può aiutare a far chiarezza.

 

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/07/banche/vergogna-italiana-anche-la-svizzera-si-occupa-del-caso-de-masi.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/07/cronaca/basta-la-semplice-promessa-anche-riferita-agli-interessi-di-mora-per-commettere-il-reato-di-usura.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/06/banche/che-scandalo-unicredit-sottrae-cifre-da-paura-al-correntista-e-occulta-i-ricalcoli-ecco-le-prove.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/05/banche/scandalo-in-procura-il-procuratore-capo-archivia-le-denunce-contro-le-banche.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/03/banche/caso-de-masi-io-cittadino-imprenditore-e-vittima-dei-crimini-bancari-ho-fatto-limpossibile-ora-tocca-alla-giustizia.html

 

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/02/banche/che-scandalo-unicredit-sottrae-cifre-da-paura-al-correntista-e-occulta-i-ricalcoli-ecco-le-prove-html.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/01/banche/banche-italiane-fido-o-non-fido-non-mi-fido-ed-ecco-il-perche.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2012/12/banche/la-banca-e-gli-avvocati-come-il-diavolo-fanno-le-pentole-ma-non-i-coperchi.html

 

http://www.liberoreporter.it/index.php/2012/09/banche/caso-grimaldi-un-caso-aberrante-di-malabanca-ma-andra-meglio-con-la-giustizia.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2012/03/banche/caso-tuppini-in-nome-delle-banche-archiviato.html

http://www.liberoreporter.it/index.php/2012/03/banche/caso-tuppini-in-nome-delle-banche-archiviato.html