Che in Siria sia stato fatto uso di armi chimiche è un dato assodato. Quello che la comunità internazionale fa fatica a dimostrare è chi realmente ne abbia fatto uso… Questo tiene in scacco l’occidente, rispetto ad un attacco sul suolo siriano. Ma nessuno si prodighi a indicare “verginelle” in questo conflitto, dove ogni colpo basso è ammesso.
Uno dei dati certi che emerge da quanto appurato dagli ispettori dell’Onu è che in Siria è stato usato del gas nervino sarin. Il rapporto delle Nazioni Unite conferma “prove chiare e convincenti” sull’uso di questo tipo di armamenti con razzi contenti l`agente nervino sarin nelle località di Ein Tarma, Moadamiyah e Zamalka, nella zona di Goutha, alle porte di Damasco. Prove emerse, ha scritto l`autore del rapporto, l`esperto Ake Sellstrom, nella lettera consegnata al segretario generale dell`Onu Ban Ki-moon insieme al rapporto “dai campioni ambientali, chimici e biomedici raccolti”. L`85 per cento degli oltre 50 sopravvissuti sono risultati positivi al sarin. Questo però non spiega chi ha utilizzato il gas tra le due parti a confronto.
Questa situazione di fatto ha bloccato i paesi occidentali che miravano a rispondere con la forza all’uso di questo tipo di armamenti. Dopo la reazione a caldo dei primi giorni, via via, uno dopo l’altro, le forze gravitanti nell’area Nato, si sono defilate dall’intervento, proprio per la complessità di stabilire quale delle due parti abbia fatto uso del sarin. Poichè esiste la possibilità che entrambi abbiano utilizzato questo sistema diabolico per annientare il “nemico” (in realtà i nefasti effetti ricadono sempre e soltanto sulla popolazione civile).
L’Onu si limita al momento nel chiedere che la comunità internazionale appuri la verità: “deve esserci una responsabilità per l`uso di armi chimiche”. Queste le parole del segretario generale Ban Ki-moon, in conferenza stampa a New York. “Qualsiasi uso di armi chimiche da parte di chiunque, ovunque, rappresenta un crimine. Non ci deve essere impunità per i crimini commessi con armi non convenzionali. L`inchiesta delle Nazioni Unite ha riportato tutta una serie di orrori commessi da entrambe le parti nel conflitto” dallo stupro alle torture, al bombardamento di quartieri con civili.
Ecco, appunto. Non ci sono verginelle nel conflitto siriano. Le due parti in causa stanno facendo di tutto per massacrarsi tra loro, infischiandosene della popolazione inerme, e non è sbagliato pensare che nell’ottica strategica di entrambi le parti, i colpi bassi facciano parte del contendere.
Posizioni contrastanti e poco obiettive, rimbalzano su pagine e pagine che parlano della Siria.
Gli Usa cercano ancora di trovare consensi per utilizzare la forza contro Damasco, unico, secondo loro, reo di essersi macchiato dell’infamante utilizzo di armi non convenzionali. Proprio oggi Samantha Power, ambasciatore degli states all’Onu, con un volo pindarico, ha utilizzato il rapporto degli ispettori per avvalorare la tesi che “certamente il gas era di Assad” perché è risaputo che il regime siriano sia in possesso di tali armi. Opinione che si basa sul nulla, su ipotesi così blande che non consentono l’appoggio della comunità internazionale sull’uso della forza contro Damasco, in un area del mondo, dove ogni minimo conflitto allargato, può innescare effetti devastanti per l’intero globo. Troppo poco per gli interessi americani, questa giustificazione.
Per la parte avversa, si sprecano invece gli appoggi al presidente della Siria. Storici alleati di Assad, Hezbollah, ha garantito al regime di Bashar al-Assad tutto il suo appoggio, e figuriamoci se c’è da meravigliarsi. L’altro alleato importante della Siria, la Russia, sta giocando una partita delicata: pur appoggiando il regime, con l’iniziativa della distruzione controllata degli armamenti chimici siriani, ha in qualche maniera costretto “apparentemente” Assad a calmare i suoi bollenti spiriti, e inoltre, il Cremlino, ha di fatto bloccato e messo in scacco Obama. La lentezza con cui procede questo “ingegnoso meccanismo” innescato dall’entourage di Putin, farà la differenza. La melina serve per prendere tempo e allontanare il rischio di un attacco occidentale su suolo siriano, ma dall’altra parte, può “aiutare” l’uomo forte di Damasco a far sparire nottetempo tutto quanto di scottante ci sia nei suoi arsenali, prima che l’assonnata comunità internazionale possa entrare sul suolo governato dal presidente alawita, e consegnandolo in mani amiche, così da evitarne la distruzione.
La partita siriana è appena cominciata, tra rimbalzi e rimpalli, in un Mediterraneo orientale colmo zeppo di navi da guerra. Iran e Israele in panchina, pronti ad approfittare della prima mossa sbagliata avversaria…
Tanti auguri al pianeta Terra.
J&B


