BANDIERAPIRATAAnche se il fenomeno della Pirateria marittima al largo del Corno D’Africa non è più ai livelli del triennio 2009-2011 resta comunque motivo di preoccupazione per tutte le navi che transitano per quel mare. A dimostrazione la dichiarazione rilasciata circa un mese fa dal  comandante della missione navale antipirateria dell’Ue, il contrammiraglio Bob Tarrant: “…c’è ancora un  pericolo chiaro e presente che viene dai pirati al largo delle coste somale. È fondamentale che le forze navali di contro-pirateria mantengano la pressione su questi criminali e che l’industria marittima resti vigile, prendendo le precauzioni appropriate per scoraggiare un attacco”.

Poche settimane dopo si sono poi, registrati due atti di pirateria al largo della costa somala.  Il primo è avvenuto lo scorso martedì 5 novembre, quando la fregata tedesca della forza navale dell’UE, FGS Niedersachsen ha intercettato al largo una nave da pesca, una baleniera, con al traino uno skiff e con a bordo 10 sospetti pirati.
Il sospetto si è fatto ancora più forte quando dalla nave da guerra tedesca hanno individuato a bordo della barca oltre 10 barili di carburante e 2 scalette lunghe. Si tratta dell’attrezzatura che è usata tradizionalmente dai pirati somali per lanciare attacchi alle grandi navi commerciali in mare.
Alla vista della nave da guerra in rotta di avvicinamento gli uomini a bordo della barca da pesca hanno gettato le scalette in mare e hanno immediatamente fatto rotta con la baleniera verso la costa, che sono riusciti a raggiungere eludendo in questo modo i controlli del pattugliatore.
La FGS Niedersachsen è rimasta per un po’ a monitorare la spiaggia presso cui è approdata la baleniera e ha notato che vi si sono radunate diverse decine di persone.
Il secondo incidente è accaduto il giorno successivo,  mercoledì 6 novembre,  a 460 miglia a sud-est di Mogadiscio, quando una petroliera in rotta dall’Arabia Saudita al Mozambico è stata attaccata da uno skiff con a bordo almeno 5 uomini armati. Il tentativo di assalto è stato respinto dal team di sicurezza privato armato presente a bordo. Per alcuni minuti tra i Security Contractor  e i predoni del mare  è stato ingaggiato un vero e proprio conflitto a fuoco. Alla fine gli assalitori sono stati messi in fuga. Non si sono registrati danni a cose o persone. Immediatamente l’intera area di mare interessata dallo scontro è stata controllata dalle navi della missione antipirateria allo scopo di  individuare i sospetti pirati.

Il Contrammiraglio Bob Tarrant tornando sulla questione ha ribadito che: “è chiaro che i pirati somali hanno ancora  l’intento e la capacità di uscire in mare per attaccare navi mercantili e i loro equipaggi per poi catturarli e chiedere un riscatto in cambio del loro rilascio. Questi attacchi non solo provocano preoccupazione per gli equipaggi delle navi e delle loro famiglie, ma generano anche instabilità nel commercio mondiale e per i percorsi degli aiuti umanitari.  Le Forze antipirateria navale e l’industria del trasporto marittimo deve vigilare affinché questi moderni bucanieri non riescano nei loro intenti”.

Ferdinando Pelliccia