tutto_sulle_nostre_spalle_t1Gli enigmi sul trattamento riservato a burocrati e ai Capi militari non si dipanano, anzi; con considerazioni assai opinabili, emergono giudizi e sentenze delle Corti incomprensibili non tanto per l’ormai inveterata abitudine di usare un frasario giuridico ‘’solo per pochi’’, ma per le contrastanti conclusioni a cui pervengono, con giustificazioni astruse che poco hanno da vedere con la giurisprudenza. Per la soluzione di problemi giuridici ed evitare incongruenze, l’avvento del computer era considerato essenziale per la straordinaria capacità di accumulazione di memoria e di riscontro automatico di dati d’interesse giuridico. Proprio Wiener, padre della cibernetica, già nel 1948, evidenziò che i problemi giuridici erano per loro natura di comunicazione e cibernetica (‘’scambiare informazioni e governarle’’), e cioè problemi riguardanti il regolato e ripetibile governo di certe situazioni critiche. Non si comprende come mai, oggi, a distanza di 65 anni, ci siano invece ancora delle sentenze poco coerenti, se non in contrasto, con altre pregresse e addirittura controverse, rispetto all’ acquisita giurisprudenza. Non è solo un problema d’informatizzazione della magistratura; se, più in generale, viviamo nel Paese delle discrasie senza farci più caso, lamentandoci pur avendo gli strumenti per fare meglio, ma non la volontà, significa che esistono motivi di fondo ben più gravi che hanno atomizzato le nostre menti, facendoci assuefare ai disquilibri, anche a quelli più evidenti, ed all’inefficienza. Va cambiata la classe dirigente politica e istituzionale di questo Paese –qualche esperto di politica sostiene- e possibilmente la cultura ‘’vecchia’’; ma anche una revisione strutturale della Magistratura è ormai un’esigenza ineludibile. Le Corti dei Conti, quelle d’Appello e perfino i TAR dovrebbero essere rinnovate profondamente, ‘’scolorandole’’ ed evitando palesi conflitti di interesse, cominciando col vietare, per esempio, l’assunzione dei vari Generali nei propri ranghi all’atto della pensione, i quali, poi, si trovano spesso a ‘’giudicare e fare sentenze’’ nei confronti dei propri colleghi o addirittura dei propri interessi, con innaturali commistioni. stelletteSe si vuole che ancora esistano i cd. ‘’contrappesi’’ trasparenti e sostanziali, assolutamente necessari in una democrazia liberale, e distinti dal potere politico e da quello esecutivo, va fatta una pulizia radicale ed una ristrutturazione totale di quei comparti. La pulizia va fatta anche sugli attori e registi dell’informazione che spesso si sono adagiati su posizioni di comodo, senza dar spazio alla vera critica dei sistemi, di situazioni o persone del tutto inadeguate per le cariche pubbliche svolte, senza mai disporre di una ‘’propria’’ visione critica dei problemi. Nella situazione in cui versa il Paese sono tanti i settori, dunque, che vanno ammodernati, scardinati, sburocratizzati per avviarlo verso un periodo più ‘’civile’’; la questione dei computer è, di fronte al resto, una vera banalità: ma se ce li ‘’accattano’’, usiamoli bene, in rete e non solo per altri motivi! In tale ottica emerge l’opportunità di richiamare e mettere a fuoco un problema, certamente fra i mille di questo Stato, finora negletto dai media, che afferisce i costosi e ‘’dorati’’ emolumenti e indennità degli alti burocrati civili e militari; soprattutto appare necessario riconsiderare i criteri e le logiche dell’attribuzione della Speciale Indennità Pensionabile, la SIP, sia per i Vertici Militari che, a maggior ragione, per i loro Vicari. Alcuni VIP ( Comandante Generale della Guardia di Finanza, dei Carabinieri, il Capo della Polizia Penitenziaria, e i Capi delle diverse Forze Armate, più il Segretario Generale della Difesa…) sono destinatari gelosi della SIP, indennità che oggi supera i 24.000 euro circa al mese, per 13 mensilità, cioè di oltre 300.000 euro all’anno (oltre lo stipendio e varie, che in totale assommano a cifre vicine, se non superiori a 500.000 euro!). Tale Indennità Speciale, davvero esagerata, è stata portata, con un provvedimento notturno del 2006 , dell’allora Presidenza del Consiglio, con un famigerato DPCM (Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri) da valori iniziali più o meno giusti di 6000 euro, rapidamente a 10.000 e,poi, ‘’raddoppiati ‘’ incredibilmente, da 10.000 a oltre 19.000 euro. Cifre astronomiche, ma con quale motivazione? La nascita della SIP risale al 1981, con la ratio di ‘’pagare’’ alle forze dell’ordine, il rischio connesso con l’imperversante terrorismo; a quell’epoca, poteva avere un senso per chi si esponeva sul campo, ma oggi? La SIP, all’inizio del 2000, è stata estesa – mutatis mutandis – ai Capi delle Forze Armate, e dopo, nel 2006, è stata triplicata dalla sera alla mattina, senza un razionale visto che, obiettivamente, il rischio terrorismo per fortuna, era scomparso da tempo! dove-pende-la-bilanciaChe, poi – ai predetti fortunati soggetti- tale ingente emolumento ‘’di rischio’’ si estenda con un trascinamento anche in pensione, appare un’assurdità in termini, sotto diversi profili, logici e attuali. Il primo, ovvio, è che se la SIP era plausibile (ancorché abnorme nel quantum) e connessa al ‘’rischio’’ (ormai inesistente) nell’ assolvimento del loro incarico quando in servizio attivo, mentre dovrebbe decadere naturalmente al cessare dell’ incarico e quindi del rischio, che notoriamente in pensione non c’è più! Una prebenda incredibile in pensione. Il secondo aspetto riguarda il quantum annuale di oltre 300.000 euro che, se rapportato agli altri Generali a tre stelle (che non prendono la SIP, a meno dei Vice Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza) significano emolumenti complessivi moltiplicati per 3-4 volte; per tacere delle 30-40 volte lo stipendio medio di un operaio o di un Volontario nelle FFAA. La terza considerazione da farsi è quella che la SIP è un regalo totale che non conosce stato giuridico (servizio, ausiliaria o congedo assoluto) ma che, soprattutto oggi, farebbe urlare la Meloni, il Movimento 5 stelle e anche altri, considerato che per la quota SIP, nelle cd. ‘’pensioni d’oro’’, non viene pagato un solo euro sul piano dei contributi! Un ulteriore aspetto che va a far lievitare sensibilmente gli emolumenti complessivi della pensione, è rappresentato dagli incarichi per quasi tutti quei VIP all’atto del congedo – quali Consiglieri delle Corti, del Consiglio di Stato o di incarichi parastatali o di Ditte connesse con l’industria Difesa- che vanno a rimpinguare ulteriormente il ‘’magro’’ portafoglio pensionistico di quei signori. Metterci mano in questo periodo di spending review sarebbe sacrosanto, ma chi ne ha il coraggio? Possibile, infine, che tali VIP, complessivamente pagati con cifre da capogiro che oscillano dai 470.000 euro-annui, ai 700.000, non siano soggetti al Decreto legge del marzo 2012 che prevede ‘’il trattamento complessivo di quei soggetti non può superare quello del Primo Presidente della Corte di Cassazione, pari a 293.650 euro. Qualora superiore si riduce al predetto limite’’ ? Sarebbe interessante capire se quei personaggi ci facessero vedere, con civile trasparenza, la restituzione di tali eccedenze! Ma, a proposito di sentenze e di norme, val la pena esaminare la sentenza emanata qualche giorno fa dalla Corte dei Conti all’argomento Speciale Indennità Pensionabile appannaggio dei Vice comandanti Generali dei CC e della GdF : una sentenza incomprensibile, tanto che anche i media l’hanno sottaciuta ( forse anche per questioni di opportunità, o di censura…). Infatti da un lato emerge una commistione fra argomentazioni diverse nell’ambito della Corte e della stessa P.A.; dall’altro un difetto di informazione e confusione della pubblica opinione. La Corte, in tale contesto, non ha esaminato la legittimità dell’attribuzione della SIP ai Vice Comandanti che appariva come il vero ‘’problema’’, ma si è limitata a disquisire sulla validità o meno dell’inclusione della SIP nel computo del trattamento pensionistico, all’atto dell’ingresso in ausiliaria dei medesimi. Un argomento di bassa valenza, che merita tuttavia alcuni commenti : il concetto è che, comunque, la SIP per i Vice, non è stata posta minimamente in discussione, almeno in quella sede. Le scarne uscite mediatiche hanno invece riportato, per far tacere gli umori degli altri, che ai Vice Comandanti CC e GdF era stata finalmente tolta la illegittima quanto impropria SIP: peccato che le cose stiano un po’ diversamente! Le sentenze, è ovvio, vanno eseguite; dire che vanno rispettate, nel senso che siano oggettivamente condivise, è assai meno scontato e, con un esame approfondito,logico e giusto, possono e debbono essere criticate. Infatti, quella emanata dalla Corte dei Conti nell’adunanza del 12 dicembre scorso, avente come argomento la SIP dei Vice Comandanti, solleva non poche perplessità:in primis poiché l’oggetto specifico non era la legittimità nell’attribuzione della SIP ai predetti, ma specificamente il suo eventuale computo nel determinare l’indennità di ausiliaria, e quindi ammettere o meno a registrazione le determinazioni pensionistiche di tre Vice, proposte dalla Difesa. La conclusione della seduta è stata, con sorpresa, l’ammissione alla registrazione del trattamento di quei 3 Vice, inclusiva della famigerata SIP per quanto concerne la computabilità nel trattamento pensionistico! E ciò a prescindere dalle richiamate sentenze a valenza giurisprudenziale, fino a quella del 27 Marzo 2013 –la 210/2013- emessa dalal 3^ sezione centrale di Appello- che ha definitivamente statuito che ‘’la speciale Indennità Pensionabile, in quanto attribuita ‘’ad personam’’ al Comandante Generale in virtù dello speciale incarico ricoperto e delle conseguenti responsabilità, NON possa essere estesa ad altri destinatari’’. Appare evidente che, nonostante i computer, le diverse sezioni delle Corti non colloquiano fra loro, e ognuno sentenzia a prescindere anche di quelle di Appello che, si dice, ‘’fanno giurisprudenza’’, ma pare così non sia! Se fosse stata acquisita tale sentenza della ’No SIP per i Vice’’, era del tutto inutile disquisire sulla sua computabilità nell’ausiliaria. Ma tant’è; non solo si sono pronunciati 9 mesi dopo- a dicembre 2013- da quella sentenza, senza tenerne di conto; anzi, la SIP è stata presa in esame, considerata e computata con un positivo visto per la registrazione dei trattamenti in ausiliaria dei tre Vice: mah!? Inoltre desta meraviglia che la giustificazione addotta sia fulcrata su una data fittizia, quella dell’entrata in vigore del cd. Codice dell’Ordinamento Militare, dal 9 ottobre 2010, che è solo una ricognizione di Leggi, ma che nulla innova rispetto alle norme preesistenti; ciò appare uno spartiacque surrettizio, una benevola concessione per la registrazione dei tre provvedimenti che erano antecedenti a tale data, che appaiono quindi –a detta loro- immuni da censure! Mentre coloro che hanno svolto la funzione di Vice Comandante in data successiva al 9 ottobre 2010, ai fini del calcolo della indennità di ausiliaria, la SIP non potrà più essere conteggiata! Ma la domanda che l’ignaro cittadino, al di là degli azzeccagarbugli, si chiede, è: la SIP dei ViceComandanti era legittima o no? E la sentenza della Corte di Appello che l’ha bocciata è solo ‘’per finta’’? Al solito si creeranno con quello ‘’spartiacque’’ figli e figliastri ed un infinito contenzioso; chi ha fatto anche per solo un mese –cosa che avveniva a scaletta, per tutti i 3 stelle, il compito di vicario (ovvio per la SIP)- il Vice Comandante CC o GdF che ha svolto la funzione ante l’ottobre 2010, gli verrà salvaguardata la regalia connessa alla SIP ed al suo computo nell’ausiliaria; chi, invece lo farà a valle, non potrà usufruirne. Siccome dalla sua nascita è sempre stata dibattuta la sua razionalità e legittimità, pur se in un caso – con un discutibile progetto pilota- la Corte si era espressa positivamente, negli anni tutti i Vice seguendo l’onda positiva, hanno sempre riscosso la lauta SIP all’atto dell’ausiliaria e perfino in congedo! Ora che finalmente è stato chiarito l’arcano della SIP indebitamente riscossa dai Vice CC e GdF, a livello giurisprudenziale, logico sarebbe richiedere la restituzione dei ‘’crediti’’ di tutti quei soggetti all’Amministrazione, cioè ai cittadini che pagano le tasse: o vale il principio ‘’chi ha dato, ha dato, chi ha avuto, ha avuto…e scordemmoce o’ passato.??’’ E, come al solito, nessuno è responsabile? Qui non si tratta di briciole, ma i Vice in pensione, con la SIP triplicavano il loro trattamento, con un surplus dell’ordine di oltre 200.000 euro annui: TUTTI devono restituire i crediti che lo Stato avanza nei loro confronti, altro che spartiacque! Quali le azioni del Governo (o Difesa) anche in un ottica di onesta ‘’spending review’’, per riportare un minimo di equità nello specifico settore SIP? Limitarne l’entità a circa 10.000 euro/mese, per i soli Vertici Titolari, e solo per il periodo in cui sussiste ‘’il rischio’’, cioè quando in Servizio permanente effettivo rivestono la carica e le connesse responsabilità; ribadirne l’esclusione dei Vicari (Vice o Capi di Stato Maggiore) in quanto non ricoprono quella carica infungibile di responsabilità dei loro Capi, soli ed esclusivi destinatari; recuperarne i crediti vantati dall’Amministrazione Difesa, da tutti i Vice Comandanti, indistintamente dal periodo in cui sono stati impropriamente beneficiati; appellare, conseguentemente, la sentenza della Corte del 12 dicembre 2013 relativa alla determinazione dell’indennità di ausiliaria dei 3 Vice, per evitare ulteriori ambiguità nell’attribuzione stessa della SIP, visto che in futuro la Corte stessa non eserciterà più il controllo di legittimità sulle pensioni militari : se del caso, appare utile il ricorso anche al Consiglio di Stato. Uno Stato serio e di Diritto, ora aggravato da una crisi senza precedenti, non può tollerare sentenze ondivaghe che vadano a favore di ‘’alcuni’’, solo perché nei piani alti gerarchici, mentre i loro sottoposti di truppa segnano il passo con gli stipendi (miseri) bloccati, e soprattutto dei cittadini che, nonostante tutto, continuano a pagare le tasse!

Grillo Scansadore

 

Da leggere

http://www.liberoreporter.it/index.php/2013/03/inchieste/esclusivo-misteri-e-discrasie-sui-costi-dei-burocrati-e-dei-militari-che-scandalo.html

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