La Regione Lazio ha chiesto alla Ausl di Viterbo una relazione dettagliata sul decesso del bimbo di 3 anni, Leonardo Sonno, di Pescia Romana, morto dopo essere stato dimesso dall’ospedale di Tarquinia (Vt), dove i genitori lo avevano portato a causa di una febbre alta, arrivata a 40 gradi, che non riuscivano a far abbassare. Dopo qualche ora di osservazione i medici del nosocomio di Tarquinia avevano dimesso il piccolo. Ma l’indomani mattina i genitori lo hanno ritrovato morto. Due le inchieste avviate sul caso: una della procura di Civitavecchia e l’altra, interna della Ausl di Viterbo. A nulla sono, infatti, valsi i soccorsi del 118, allertato dai familiari del piccolo. Leonardo nel suo lettino era ormai freddo e non respirava più. I carabinieri della Compagnia di Tuscania, dopo aver parlato con i genitori del piccolo, hanno inviato un rapporto alla Procura di Civitavecchia, che ha aperto un fascicolo contro ignoti. Lo steso commissario della Asl di Viterbo, Luigi Macchitella, informato dell’accaduto, ha avviato un’inchiesta interna per accertare l’esatta dinamica dei fatti. La morte del piccolo Leonardo ha gettato tutto il paese, Pescia Romana, dove il piccolo viveva con i genitori ed un fratello gemello, nello sgomento.
