Casapieri

Continua il nostro interesse verso il 30° gruppo navale Cavour e intervistiamo il Capitano di Fregata Marco Casapieri, Comandante della nuova FREMM Nave Bergamini.  Il Comandante è livornese di nascita e nella sua intervista dimostra tutto l’amore per il mare e per la sua salvaguardia. Un bene prezioso che troppo spesso viene infestato da attività delinquenziali di diversa natura, perciò l’attività della Bergamini, in questa campagna, verte anche nella protezione del naviglio commerciale, soprattutto dai rischi della pirateria che si sta sempre più sviluppando nelle coste africane.

La Bergamini ha svolto e continua a svolgere un ruolo delicato di sorveglianza, di protezione ed eventualmente di soccorso ai naviganti. Per queste sue mansioni a volte è rimasta a lungo in navigazione, rinunciando a entrare in porto, condizione molto faticosa per l’intero equipaggio.  Ma il Comandante ci parla di un equipaggio coeso che non solo si è fatto onore nei vari ruoli di rappresentanza e nei compiti Istituzionali ma si è adoperato volontariamente a far parte della squadra lavori.  Uomini addestrati  a svolgere  ruoli militari ma anche pronti a intervenire in caso di calamità naturali o nelle missioni umanitarie come in questo caso. Per questo si sono recati presso le piccole comunità africane dei Paesi rivieraschi e hanno portato una ventata di benessere, offrendo il proprio sapere e le proprie braccia per restaurare, dipingere pareti, rifare impianti elettrici e idraulici, sistemare mobili, sostituire vetri, riparare tetti.

In  poco più di 4 mesi da quando il 30°Gruppo navale salpò, sono stati compiuti ben 13 interventi presso scuole, asili, case d’ accoglienza e ospedali, sono stati fatti degli interventi di restauro persino in una nave ospedale. Ora, in quest’ultimo mese di campagna navale, i team continueranno la loro multi-missione, senza aspettarsi nulla in cambio, con l’umiltà tipica degli uomini di mare, con il background professionale di cui la Marina li ha dotati,  con l’umanità, la disponibilità e la creatività tutta  italiana, o come in un recente discorso dell’Ammiraglio Treu quando afferma “Non abbiamo dato un limite alla nostra missione, perché siamo marinai e non c’è orizzonte che possa limitare il mare davanti a noi. Non abbiamo mai fatto nulla per avidità, soldi o medaglie, e nemmeno per una semplice parola di apprezzamento. Lo abbiamo fatto soltanto perché brucia in noi un sincero spirito di fratellanza universale”.

Andrebbero proposti dei corsi di aggiornamento a bordo, in una futura  missione, per quella parte di popolazione che ha perso l’italianità più verace che rende orgogliosi di avere delle radici, sotto il profilo culturale e umano, che permette di portare il nome del proprio Paese nel mondo con entusiasmo.  Solo tifando per la propria terra, per la propria Nazione,  si possono superare crisi e tempi bui, e solo usando le giuste strategie si può ricostruire ciò che è perduto.

DR

 

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