villa-buon-respiroSituazione sempre più esplosiva a Villa Buon Respiro. La struttura rischia, difatti, la chiusura ed il conseguente licenziamento dei suoi dipendenti se la Regione non provvederà all’accreditamento delle sue attività. Lo scorso 10 aprile l’istituto del gruppo San Raffaele aveva inviato una lettera al Prefetto di Viterbo, Scolamiero per sollecitare un suo intervento al riguardo. “Rivolgiamo ancora una volta alla Sua sensibilità istituzionale per segnalarLe il grave stato di crisi di Villa Buon Respiro a causa dell’immobilismo della Regione Lazio che, nonostante il parere positivo della ASL di Viterbo, da oltre un anno omette di rilasciare l’accreditamento definitivo per tutte le attività che da oltre 30 anni Villa Buon Respiro regolarmente svolge al servizio della comunità viterbese – si legge nella missiva – Siamo ad informarLa che nel corso di un incontro tenutosi nella giornata di ieri in Regione tra la casa di Cura, la Asl di Viterbo e la Regione Lazio , la stessa non ha voluto assumere nessuna decisione, limitandosi a comunicare che avrebbe riconosciuto un accreditamento parziale ed insufficiente, ovvero che attenderà le decisioni del Giudice Amministrativo venendo così meno alle proprie responsabilità istituzionali. Tale atteggiamento determina una gravissima crisi per la Casa di Cura che già non riceve il corrispettivo delle proprie attività se non in misura del tutto insufficiente a garantire una adeguata assistenza ai ragazzi ricoverati né può garantire le retribuzioni ai dipendenti”. L’istituto, quindi, annuncia la sospensione di tutte le attività a partire dal 10 maggio, visto che “a causa della esigua retta regionale è in perdita” .”L’immobilismo regionale – prosegue la lettera indirizzata al prefetto – non ci consente più di continuare a prestare l’assistenza sin qui garantita. In mancanza, quindi, di una tempestiva soluzione che ripristini la normale continuità aziendale con il riconoscimento dell’accreditamento di tutte le attività da sempre svolte, ci vedremo costretti a decorrere dal lO Maggio 2014 a sospendere tutte le attività una volta per sempre e porre a carico della Asl l’assistenza ai nostri ragazzi con l’inevitabile cessazione di tutti i rapporti di lavoro in essere. Essendo ormai stremati dallo scarso senso di responsabilità istituzionale della Regione ci rivolgiamo quindi alla Sua sensibilità istituzionale affinché tali .non volute determinazioni possano essere scongiurate”.
E’, infine, di ieri, 15 aprile, la lettera inviata dal presidente Carlo Trivellini a tutte le rappresentanze istituzionali e sindacali nella quale si evince quanto segue: “In relazione alla grave situazione dell’Istituto Villa Buon Respiro, che rischia la chiusura stante la mancanza di decisioni regionali sul pieno riconoscimento delle attività assistenziali, che da oltre 30 anni svolgiamo al servizio della cittadinanza, Vi trasmettiamo in allegato quanto comunicato al Prefetto di Viterbo. Crediamo sia opportuna anche una Vostra urgente iniziativa a tutela di una struttura sanitaria che garantisce a costo di enormi sacrifici , una elevata assistenza e la continuità di oltre 100 posti di lavoro. Certi della Vostra sensibilità e del Vostro impegno, restiamo a disposizione per ogni necessità”.
La questione, quindi, è estremamente complessa, anche perchè i pazienti che si trovano a Villa Buon Respiro non verrebbero presi in carico dalla Asl, che non ha nè il personale, nè le strutture qualificate per farlo. La chiusura della struttura porterebbe poi al licenziamento di numerosi operatori.Angelo Sambuci, sindacalista della Uil Fpl di Viterbo, informa che proprio ieri si è svolta una riunione con il direttore operativo di Viterbo, che ha fatto presente la situazione che riguarda non solo Villa Buon Respiro, ma tutto il gruppo del San Raffaele. “Abbiamo parlato stamani con il direttore amministrativo della Asl di Viterbo, che si è mostrata disponibile e domani andremo dal commissario della Asl Macchitella per fissare con lui un incontro al riguardo.  A livello regionale – prosegue Sambuci – il nostro segretario Uil Fpl, Sandro Bernardini, è già in possesso di tutta la documentazione e sta cercando di contattare Cgil e Cisl  per prendere una posizione unitaria e chiedere un incontro alla Regione. C’è molta preoccupazione – rimarca Sambuci – perchè parliamo di posti di lavoro a rischio e di pazienti che non potranno essere gestiti dalla Asl, che non dispone di strutture idonee. E’ uno scandalo che ancora non ci sia la volontà di accreditare, da parte della Regione, attività svolte da oltre 30 anni da Villa Buon Respiro. I pazienti poi della struttura sono quelli che la Asl manda, ci si va solo su certificazione medica che accerta la patologia e che la Asl stessa autorizza”.
Secondo Sambuci il vero problema resta la Regione, dato che la Asl avrebbe fatto tutto quello che doveva fare ai fini dell’accreditamento. “E’ la Regione che è un pachiderma!” – tuona Sambuci.
Per Egidio Gubiotto, segretario della Confael di Viterbo la Asl di Viterbo, invece, non avrebbe mantenuto gli accordi presi con mandati di pagamento in continuo ritardo e non ancora liquidati al cento per cento. “La Regione non si assume poi responsabilità – incalza Gubiotto – Lascia tutto in mano ai tecnici e politicamente, quindi, non c’è volontà di risolvere la questione. Aspetta che la risolva il Tar. Dicono poi di dimettere i ragazzi – prosegue – ma la Asl non li prende in carico perchè non ha strutture e personale adeguato. Purtroppo la Asl e  la Regione Lazio continuano a tagliare dove non dovrebbero e gli sperperi nel frattempo proseguono come e più di prima”. Gubiotto fa un esempio per tutti: “Nel Distretto 3 si danno carrozzine a domicilio, letti a domicilio e sollevatori pazienti a domicilio. Ma quando i pazienti muoiono questi beni non vengono recuperati e bonificati per essere riutilizzati, ma vengono buttati nelle discariche o nelle cantine. Nessuno si preoccupa di recuperarli. E parlioamo di centinaia di migliaia di euro l’anno! Lì però nessuno si muove, mentre si continua a tagliare sui farmaci nelle strutture private e sulla guardia medica.  C’è anche da dire poi che per Villa Buon Respiro c’è una lista d’attesa enorme e molti pazienti sono costretti ad andare in strutture extraregionali con costi, quindi, superiori e disagi per i parenti”.

Wanda Cherubini