Dal prossimo 1 giugno il gruppo San Raffaele spa ha comunicato la cessazione di alcune attività ed il conseguente avvio della procedura di mobilità fino a che la Regione Lazio non provveda all’emanazione degli atti amministrativi e finanziari, non ritenendo più sostenibile la situazione di criticità che si è venuta a creare con la drastica riduzione negli ultimi 5 anni di posti letto, tariffe e budget. “Tale stato di grave crisi – scrive il gruppo San Raffaele spa, in una missiva inviata ieri, 28 maggio, al Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, a quello di Viterbo, Antonella Scolamieri, al prefetto di Frosinone, Emilia Zarrilli ed al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti – ha già portato la società ad affrontare nel triennio 2008/2011 precedenti procedure di mobilità ed a comunicare a tutti gli enti preposti la cessazione dell’attività al 21 dicembre 2012, oggi solo temporaneamente scongiurata a fronte di parziali rimesse economiche da parte della Regione Lazio”. Il gruppo San Raffaele spa ricordiamo che gestisce nel Lazio le strutture sanitarie che sono: San Raffaele Termini, San Raffaele Tuscolana, San Raffaele Cassino, San Raffaele Montecompatri, San Raffaele Portuense, san Raffaele Rocca di Papa e Villa Buon Respiro di Viterbo. In totale l’organico ammonta a 970 dipendenti a tempo indeterminato, di cui 135 a Villa Buon Respiro. Il gruppo rivendica anche il mancato pagamento da parte della Regione Lazio delle prestazioni già erogate dalla società per diversi milioni di euro, nonché l’insolvenza della Tegione rispetto al pagamento dei crediti correnti vantati dal San Raffaele spa con conseguente privazione di ogni liquidità . “Su questo gravissimo stato di crisi – si legge ancora nella missiva – incide pesantemente il ritardo con cui la Regione Lazio sta dando attuazione ai propri impegni , anche relativi al DCA 436/2011, con il quale è stata consentita la riorganizzazione delle attività del San Raffaele spa, attraverso la riconversione e lo spostamento di posti letto, rispetto al quale, di converso, la San Raffaele spa ha sempre mantenuto il proprio impegno al mantenimento dei livelli occupazionali”. La società rileva anche il ritardo con cui la Regione Lazio provvede alla certificazione e liquidazione delle prestazioni rese e ad emanare gli atti amministrativi e finanziari concessi. Per tutti questi motivi, quindi, la società comunica di procedere dal 1 giugno 2014 alla chiusura di alcune attività con conseguente avvio della mobilità fino a che la Regione non provveda all’emanazione degli atti amministrativi e finanziari. Per quanto concerne la casa di cura di Villa Buon Respiro di Viterbo, quindi, prevede la chiusura di 95 posti residenziali, 35 trattamenti semiresidenziali, 100 trattamenti ambulatoriali. Inoltre, la società rileva la mancata autorizzazione ed accreditamento istituzionale della struttura relativa a 95 posti residenziali di cui 27 in microstrutture, 35 trattamenti semiresidenziali e 100 trattamenti ambulatoriali. “Tutto quanto – si legge ancora nella lettera – comporta necessariamente una modifica dell’organizzazione, dei servizi e del ridimensionamento delle attività e dell’organico in misura corrispondente alla cessazione delle attività sanitarie indicate”. La società, pertanto, annuncia la necessità di attivare la procedura di messa in mobilità del personale in esubero impiegato nelle casa di cura da essa gestite. “Il personale eccedente – precisa la società – ammonta a 212 unità”. Di queste risultano in esubero 135 per Villa Buon Respiro, così suddivise: 12 amministrativi, 7 ausiliari, 11 infermieri, 3 medici, 56 operatori assistenziali, 2 personale di sostegno, 31 riabilitatori e 13 altre figure lavorative. Una vera doccia fredda, quindi, che cade nuovamente sulla testa dei lavoratori . “Da parte nostra ci sono grosse perplessità sulla correttezza di questo comportamento – commenta il segretario della Uil Fpl, Angelo Sambuci – Sono numerose volte ormai che minacciano la chiusura, ricattando ogni volta i lavoratori ed i pazienti. E’ una storia infinita questa. Il San Raffaele avrà anche le sue buone ragioni – conclude Sambuci – ma basterebbe sollecitare la Regione anziché far ricadere tutto sempre sulla testa dei lavoratori, che, al contrario, meriterebbero più attenzioni e più rispetto”. Infine il sindacalista della Uil Fpl annuncia una prossima assemblea che sarà definita dopo essersi confrontati con il direttivo di Roma, visto che la situazione, come già evidenziato, non riguarda solo la casa di cura viterbese.