soldiDi sicuro un grosso contributo al destino del declino di questo nostro Paese lo sta dando la classe dirigente, non solo politica; è troppo vecchia e troppo impregnata nei sistemi di corruttele che abbracciano in pratica tutti i settori della vita del cittadino : si avverte, dunque, la necessità di un radicale cambiamento anche in quelle strutture  istituzionali, preposte a controllare e combattere quei misfatti, le quali invece balzano alle cronache in quanto coinvolte in ruberie, non solo materiali. Le prime pagine dei quotidiani gridano allo scandalo  per le mazzette e tangenti, veri e propri ‘’malloppi’’, che interessano privati cittadini, imprenditori, faccendieri, uomini di partito, ma anche organi e Corpi istituzionali, come la Guardia di Finanza. Che, certamente, non è nuova a scandali, e il cui il coinvolgimento nell’Expo 2015 e il Mose, sono solo i casi eclatanti più recenti. Dappertutto c’è la voglia sfrenata del malloppo di quattrini, ma non solo; è evidente che non bastano i lauti stipendi e le abnormi  indennità speciali, soprattutto degli alti gradi della Finanza. Il nostro Paese, per molti disonesti, è sinonimo della Cuccagna  in cui prolifica la corruzione a diversi livelli; si naviga in un mare di tangenti, i fondi sono sempre più neri, le ruberie spalmate a tutti i livelli, e non mancano–in questo letamaio-  perfino le promesse di carriera senza meriti e fatica: alla base c’è il malloppo che congloba queste diverse , quanto deprecabili, ‘’ingordigie’’ di denari e di poteri. Purtroppo il fine di questa nostra impoverita società, senza più valori né pudori, è il denaro ‘’in testa’’; è una sindrome che accomuna la società borghese, la classe politica e perfino chi indossa una divisa: tutti con l’ossessione del denaro facile. Qualche esperto sostiene, correttamente che, per attivare  la corruzione bisogna essere in due; ma basta che uno non ci sta e la corruzione crolla. Un soggetto è privato e l’altro è istituzionale, un politico, un magistrato, un militare, che sostanzia la corruzione abdicando ai propri doveri ed elargendo  quei favori sui contratti, quelle ‘’protezioni’’ sui controlli amministrativi e fiscali, e quelle indicazioni ‘’segretate’’ (in teoria) che favoriscono alcuni a scapito di altri. Pare che troppi sceriffi stiano dalla parte dei delinquenti e dei predoni, alimentando così le storture, le ingiustizie, i favoritismi e le ‘’mafiette’’. Cacciare i corrotti a pedate, vecchi e giovani, è un’azione doverosa da fare al più presto; ma anche la struttura  burocratica della Pubblica Amministrazione, elefantiaca, piena di leggi inutili e di personaggi invadenti e inefficienti, va rivista e razionalizzata per evitare quei gravissimi fatti che impattano sulla giustizia sociale, sulla credibilità di una Nazione, sulle tasche e sull’umore, sempre più nero, del cittadino. I controllori sceriffi non controllano, anzi spesso si alleano con i delinquenti; per far vedere che svolgono la loro funzione vanno a ispezionare qualche bottega di paese, se la pizzeria fa lo scontrino, ma non vedono la trave e l’imbroglio nei grandi affari, nei  grossi contratti pagati col denaro pubblico.  E, purtroppo, tanti episodi, denotano che  la tangente non è  isolata fra i ‘’grandi’’, ma si riscontra proporzionalmente nei ‘’piccoli’’ con ricatti e ruberie di più basso livello nei confronti di ‘’povericristi’’ che si vedono costretti a ‘’compensare’’ i finanzieri per le loro sviste, con qualche dono in natura o in denaro, pur di non chiudere le loro modeste attività. Perché, allora, non si fa un’inchiesta seria e scrupolosa su questi aspetti, di pubblico dominio, che –qualora accertati- palesano un marcio altrettanto inaccettabile e vessatorio da parte di molti rappresentanti delle istituzioni? Si capisce che si tratta di un’inchiesta temeraria, per i possibili contraccolpi anche personali, ma assolutamente doverosa per fare chiarezza su un Corpo dello Stato che, al di là delle chiacchiere, è in trincea per la lotta alla corruzione.

Possibile che, nonostante sia stata evidenziata l’illegittimità della SIP –la famigerata Speciale Indennità Pensionabile- attribuita ex-gratia ai Vice Comandanti della GdF ( anche a quelli indagati o imputati) e dei C.C., questo Stato non sia in grado di far restituire il malloppo da parte di quei destinatari –tutti- che l’hanno intascato inopinatamente? Possibile che tale SIP sia stata pure conteggiata all’atto della pensione, o meglio nell’ausiliaria, facendo triplicare il relativo trattamento di fine rapporto di quei soggetti? Forse per quei ‘’tre stelle’’ non basta la pensione normale di 150.000 euro lordi annui, ed evidentemente neppure l’aggiunta della SIP con altri 310.000 euro annui, ma c’è bisogno di recuperare tangenti ad ogni costo? Parlare d’ingordigia ai massimi livelli è poco: il problema è sempre l’agognato malloppo. D’altronde come si può comprendere che un giovane colonnello, che risulterebbe sul libro paga di chi voleva evitare accertamenti, dopo le indagini da oltre un lustro per malefatte nel napoletano, che pare sia stato oggetto di ‘’utilità’’ di vario genere ed economicamente rilevanti, che ha comprato ben quattro appartamenti fra Roma e Napoli ( non c’è il redditometro!?), venga mandato in Comando in una sede così importante come Livorno? Mah!  E come mai, nonostante diversi chiacchierati comportamenti, certi Ufficiali sono promossi a ‘’numero due della GdF’’, destinatari altresì della summenzionata SIP?

Forse appare necessario, più che discorsi, fare un ripulisti generale per alzare il morale della ‘’base’’, e chiarire molte delle perplessità che emergono da queste vicende.  C’è da chiedersi, per esempio, come mai l’ineffabile Corte dei Conti, fatta da numerosi ‘’Consigliori’’ militari, ha approvato a suo tempo la SIP per i Vice Comandanti che era, se non illegittima, del tutto illogica, siccome trattasi d’indennità di rischio che si dovrebbe –qualora ci sia il rischio- attribuire  solo in costanza di servizio, ma non certamente in pensione ove il rischio non esiste più!?. Emolumenti approvati con superficialità, comunque ai danni dello Stato e di  ‘’Pantalone’’ che, ignari, continuano a foraggiare  l’ingordigia di alcuni ‘’VIP con la SIP’’ valida per l’eternità!

Perché non s’indaga sulla deprecabile e rapida  ‘’scaletta’’ che consente di far diventare  ‘’Vice’’ TUTTI  i tre stelle G.d.F. e/o C.C., anche per soli pochi mesi, non certo per garantire la continuità nella funzione vicaria, ma forse per essere destinatari della predetta SIP? Perché in termini dell’attuale e sbandierata ‘’spending review’’, anche a fronte di un assai probabile conflitto d’interessi, non si pone il veto al flusso dei Generali  che sempre più vanno a rinfoltire  i ranghi della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato, con ulteriori consistenti  compensi connessi alle nuove cariche? Siamo sempre nel campo del malloppo, in parte legalizzato, ma che dovrebbe essere smantellato!                                                                                Forse, per quanto riguarda la Guardia di Finanza, bisognerebbe avere il coraggio di razionalizzarla col solo compito dei controlli fiscali e tributari, evitando – fra l’altro- quelle dispersioni nei settori del pattugliamento stradale e marittimo che, oltre a distogliere personale dal compito primario, creano solo confusione e commistione nei ruoli già svolti da altre FFAA: sicuramente ne gioverebbe la lotta all’evasione fiscale e anche la trasparenza negli altri settori, con una dipendenza unica dal Ministero delle Finanze. Anche i nostri media hanno grosse responsabilità; non vogliono o non sono in grado di fare inchieste serie per opportunismo e per comodità, omettendo di denunciare situazioni e personaggi del tutto inadeguati ai loro compiti, se non quando scoppia il bubbone. Possibile che, quando qualche raro e coraggioso giornalista esce, casualmente, con un articolo sulla SIP, il sistema mediatico-informativo  va in ‘’corto circuito’’ e il giorno dopo la notizia sparisce da tutte le redazioni e rassegne stampa?

C’è molto da fare, se esiste la reale volontà di cambiare: cominciare a togliere la SIP ai Vice, e farla restituire da chi indebitamente l’ha presa; rendere trasparente  il Corpo, applicando a tutto il personale un vero redditometro, e a cacciarli in caso di reati; procedere con la revisione ordinativa, dedicando tutte le risorse al  solo controllo tributario e contro gli evasori; vietare gli accessi privilegiati di Generali alle Corti; far sì  che i soggetti e le aziende  sottoposti ai controlli siano disposti non in modo autoreferenziale, ma da un’autorità terza e neutra col potere anche di controllare i controllori, ecc.

Tutti questi provvedimenti sono sicuramente necessari, e probabilmente anche sufficienti, per modificare  l’insostenibile situazione odierna, anche rivisitando i compiti istituzionali della stessa Guardia di Finanza, il loro impiego e le conseguenti catene di Comando; d’altronde a ‘’mali estremi’’, com’è la dilagante corruzione – problema numero uno di questo Paese-  il Governo ha il preciso dovere di adottare urgenti ed ‘’estremi rimedi’’ per  tentare di smantellare la perniciosa ingordigia del malloppo di quattrini e di altro!

Grillo Scansadore.