Sembra che i miliziani di Boko Haram abbiano diffuso un secondo video delle studentesse nigeriane rapite lo scorso 14 aprile. Il video sembra sia stato consegnato al governo nigeriano nelle ultime ore da un intermediario dei rapitori. Ancora una volta le giovani ragazze vengono mostrate come se fossero un trofeo. Il video sembra sia stato fatto il 19 maggio scorso. Stavolta, però, a differenza del precedente, attraverso il video le studentesse denunciano la loro sofferenza. Nel video compaiono solo 8 di esse e si mostrano di aspetto sano, ma è certo che alcune di esse sono ammalate e addirittura ferite. Si conosce almeno il caso di una studentessa che ha un polso rotto e necessita di cure urgenti. Nel video le studentesse invocano il governo a trattare con i loro rapitori in modo da favorire il loro ritorno in seno alle proprie famiglie. La questione negoziati è al centro di polemiche in Nigeria in quanto il governo centrale si è rifiutato di trattare con i terroristi di Boko Haram. I miliziani islamici hanno chiesto in cambio del loro rilascio la liberazione di alcuni loro compagni detenuti nelle prigioni nigeriane senza accuse o processo. A chiedere lo scambio il capo di Boko Haram in persona, Abubakar Shekau. il numero uno del gruppo terroristico ha affermato che in caso di rifiuto a trattare avrebbe venduto alcune ragazze come schiave e costretto altre a sposare i miliziani del suo gruppo. Fin dall’inizio il presidente nigeriano Goodluck Jonathan si è mostrato poco reattivo alla questione. Poi, in seguito a pressione esterne esercitate dalla comunità internazionale e alle forti polemiche interne il capo dello stato nigeriano ha cercato di rimediare in qualche modo alla sua lenta reattività al rapimento delle studentesse. Sembra che ormai da un mese il dottor Stephen Davis, un australiano noto per la sua competenza nel mediare tra le parti e nel negoziare il rilascio di ostaggi stia conducendo trattative con il gruppo ribelle di Boko Haram per conto del presidente Jonathan. Un lavoro reso difficile e a volte vanificato da una serie di atteggiamenti e dichiarazioni contrarie fatte da membri del governo. Alcuni ministri hanno infatti, in più occasioni dichiarato che il governo non negozierà mai con Boko Haram disconoscendo di fatto il dialogo in corso. Sembra che anche un attivista per i diritti civili, Mallam Shehu Sani abbia avuto contatti con i rapitori delle studentesse. Shedu ha riferito che la scorsa settimana i miliziani islamici erano in procinto di liberare le studentesse. Era stato però, il dietro front del governo nigeriano a bloccare il rilascio. La settimana scorsa infatti, il governo aveva cambiato idea e all’ultimo minuto aveva deciso di ritirare ogni offerta presentata al gruppo terroristico nigeriano. Una defezione che sembra appunto sia dovuta a contrasti, in merito al modo di agire nei confronti dei terroristi, tutti interni al governo. Finora sono stati inviati nel Paese africano da parte di Gran Bretagna, Francia e America squadre di esperti militari e consulenti per affiancare gli investigatori nigeriani nella ricerca delle studentesse rapite.
Ferdinando Pelliccia