In Turchia monta la polemica per l’ordinanza della magistratura turca di censurare la copertura mediatica della crisi degli ostaggi turchi in Iraq. Un silenzio stampa imposto dalle autorità di Ankara ai media sulla vicenda per motivi di sicurezza. E’ stata l’Alta Corte Penale di Ankara a diramare un ordine in cui afferma che: “tutti i tipi di stampa, media visivi e Internet sono banditi dalla scrittura e commento la situazione”. L’Alta Corte ha stabilito anche che l’ordinanza è valida fino a quando gli ostaggi non saranno al sicuro. I cittadini turchi sono in mano ai miliziani islamici filo al Qaeda dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante che li trattengono in ostaggio. Essi sono stati catturati in Iraq lo scorso 11 giugno dopo la caduta della città irachena di Mosul. Si tratta principalmente dello staff del Consolato turco di Mosul compreso il Console Generale, Öztürk Yılmaz. Di fatto è la prima volta che la Turchia è coinvolta in una vicenda che vede suo personale diplomatico tenuto in ostaggio. Quasi tutte le organizzazioni della società civile e le principali associazioni giornalisti turche si sono apertamente schierate contro l’ordinanza bavaglio definendola come censura. La principale accusa che cade sul governo turco è quella che, nel tentativo di risolvere la questione in silenzio, di gestire in maniera maldestra l’intera vicenda e di non voler far parlare del fatto per evitare responsabilità politiche. Purtroppo sono già trascorsi diverse settimane da quando i 48 cittadini turchi sono stati rapiti dai ribelli iracheni. L’episodio ha dato un duro colpo alla politica estera turca. In merito il primo ministro Recep Tayyip Erdogan ha recentemente avvertito i media turchi che pubblicando notizie sulla questione metteno in pericolo la vita degli stessi ostaggi. A fare da eco alle parole del premier turco il vice primo ministro Bülent Arinc che ha esortato, a sua volta, i media turchi a non provocare i miliziani islamici con notizie o altro sulla vicenda ostaggi. Sezgin Tanrıkulu, vice Presidente del principale partito di opposizione turco, Republican People’s Party, CHP, si è schierato dalla parte dei media affermando che Erdoğan non ha avvertito, ma minacciano i media turchi e che questo è illegale come è illegale la decisione presa dall’alta Corte di Ankara. Per Tanrıkulu viene negato il diritto a fare informazione. Sembra infatti, che il governo turco abbia ignorato quanto stava avvenendo in Iraq lasciando il consolato di Mosul aperto. Sembra che lo stesso console generale avesse inviato ad Ankara un rapporto che, prima del sequestro, informava il ministero degli Esteri della situazione di pericolo che si stava creando. Un documento che da quanto accaduto sembra sia stato ignorato.
Ferdinando Pelliccia