Riduzione del 50% del diritto camerale. Ha fatto scalpore la decisione del Consiglio dei Ministri in merito a questo taglio da apportare alle Camere di Commercio, che, di fatto, tradotto in “soldoni”, significherebbe appena 50 euro di risparmio per le imprese. Ma il rovescio della medaglia è molto più pesante, visto che con questa riduzione del 50% si mettono seriamente a rischio alcuni servizi erogati dagli enti camerali alle stesse aziende. Sulla vicenda, dopo aver commentato il presidente della Camera di Commercio di Viterbo, Ferindo Palombella, ha voluto rilasciare al nostro giornale le sue perplessità Vincenzo Peparello, amministratore unico di Cat, Centro Assistenza tecnica sul Turismo, nonché responsabile provinciale e regionale su Sviluppo e Marketing. Nella nuova sede in viale Bruno Buozzi, Peparello commenta: “Abbiamo tenuto un’assemblea a livello nazionale collegandoci in videoconferenza con le maggiori città italiane presso le Camere di Commercio. Il taglio che vuole apportare il Governo va a discapito non solo dei servizi burocratici, ma di quelli di internazionalizzazione, di presenze sui mercati, sull’export e sulla mediazione, tanto per citarne alcuni. In un momento in cui si parla tanto di aggregazione di imprese – prosegue Peparello – si vuole attuare un provvedimento che non fa che penalizzarle”. L’amministratore unico Cat ricorda come negli ultimi 3 anni l’accesso al credito per le imprese sia calato del 3% e come sia in forte crisi anche il rapporto con le banche. “Le Camere di Commercio sono finanziate dalle imprese e pagano le tasse – rimarca Peparello – e se viene meno quel finanziamento dato dalle aziende, saranno loro malgrado costrette a non poter più erogare certi servizi importanti. Lo sgravio di 50 euro per le imprese non le aiuta di certo a risollevarsi dalla crisi, mentre il 50% di introiti in meno delle imprese significa per le Camere di Commercio non poter garantire più alcune prestazioni importanti per lo sviluppo stesso delle aziende, in primis la presenza a manifestazioni importanti. Speriamo che si capisca tutto ciò – continua Peparello , che precisa come la Confesercenti sia a favore della defiscalizzazione, ma non in questo caso perché si vorrebbe i “curare il cancro con l’aspirina”. “Questo provvedimento ci lascia quindi perplessi – ribadisce- Le Camere di Commercio vanno sì riformate, ma nell’ottica di dare più servizi e più efficienza alle imprese”. Peparello ha poi ricordato come gli enti camerali non siano enti pubblici e come parte delle risorse vengano rigirate alle imprese con una serie di attività finanziate dalle stesse Camere di Commercio. “O c’è molta prevenzione, quindi – conclude l’amministratore del Cat – o chi decide conosce poco il sistema camerale”.
Wanda Cherubini

