Flop dei saldi per la Tuscia. La tanta boccata d’ossigeno agognata dai commercianti tarda ad arrivare, come la bella stagione che nel Viterbese sembra aver lasciato il posto ad un autunno piovoso del tutto fuori programma. Ma le aziende non si danno per vinte, anche se la crisi sta mettendo in ginocchio anche quelle più consolidate, secondo quanto affermato da Vincenzo Peparello, amministratore Cat Confesercenti, che spiega: “I saldi estivi stanno andando male. Il problema è che la gente non ha i soldi in tasca ed anche se il saldo può risultare vantaggioso manca proprio la liquidità”. Peparello mette in evidenza, in particolare, il settore dell’abbigliamento, in sofferenza già da qualche tempo ed aggiunge: “Anche a Roma i saldi sono stati un flop nei primi giorni. E pensare che dall’estero in passato si organizzavano proprio dei viaggi per andare a caccia di saldi nella capitale. Figuriamoci, quindi, a Viterbo come possono andare..”. A ciò si aggiunge anche il tempo non clemente, con un’estate che nella Tuscia tarda ad arrivare. “Quando c’è crisi – prosegue Peparello – si assiste poi ad una lotta tra poveri con il rischio che sul mercato vengano immessi prodotti di dubbia provenienza. Non a caso – precisa – si è accentuato il fenomeno dell’abusivismo. Ci sono poi i ribassi iniziati già da qualche mese che portano ad una dispersione di risorse all’interno del territorio. Una volta la rimanenza di stagione era più conveniente che si dava via anche sotto costo, rappresentando sempre un valore aggiunto. Oggi le cose non stanno così. Si registrano cali di fatturati e le aziende entrano in crisi”. Peparello pone l’attenzione anche sul versante occupazionale. “Le richieste per un’occupazione temporale durante i saldi o il periodo estivo non si sono registrate. Oltre ad un calo di consumi – afferma Peparello – assistiamo anche ad un calo del turismo nelle nostre zone. L’aggravante nel turismo è che un calo di richieste non si può di certo recuperare con i saldi. Il problema resta sempre il fatturato”. Ma la Confesercenti non dispera. “Speriamo nelle prenotazioni dell’ultimo minuto, anche se la situazione di incertezza, l’aumento delle tasse e del costo della benzina di certo non aiuta ed anzi sta portando ad un crollo dei consumi e del mercato interno. Bisogna però reagire alla crisi, tanto che non solo le aziende non hanno aumentato i prezzi già da qualche anno, ma stanno realizzando delle offerte turistiche per abbassare i costi che deve sostenere il turista stesso. Non va dimenticato, infatti – precisa Peparello – che il 33% del turismo laziale è fatto da europei, che si spostano in auto e che devono affrontare i rincari del costo della benzina e delle autostrade. A ciò si aggiunge anche la tassa di soggiorno per rimpinguare le casse comunali”. Peparello, infine, evidenzia come da subito dopo Pasqua si siano persi più di 20 giorni lavorativi. “La gente ha però voglia di uscire dalla crisi – conclude – Siamo, quindi, fiduciosi”.
Wanda Cherubini

