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Tel Aviv 29 luglio – Si sono intensificati i lanci di razzi da parte di Hamas nella notte appena trascorsa, quella a cavallo tra il 21° e il 22° giorno dell’operazione Margine di protezione, iniziata dalle forze militari israeliane l’8 luglio scorso. Ed è stata una notte intensa, carica di tensione. In Israele le sirene hanno suonato  incessantemente in varie località del paese, compresa Tel Aviv, che almeno negli ultimi giorni non era stata presa di mira dai razzi delle brigate Ezzedin al-Qassam. Il bollettino dei morti, come è ovvio, continua a salire vertiginosamente: sono oltre 1100 i palestinesi uccisi, secondo le informazioni fornite dal Ministero della Sanità palestinese, mentre dalla parte opposta i civili vittime di questo conflitto sono 3 e 54 i soldati della Stella di David uccisi negli scontri.
Non si riesce più a tenere il conto delle volte che le sirene annunciano un imminente arrivo di missili nelle città del sud di Israele. Secondo Israele, proprio questa mattina, Hamas ha sparato i suoi razzi contro il territorio israeliano scegliendo accuratamente il luogo dei lanci, vicino ad alcune moschee nella striscia di Gaza. Immediata la risposta dell’aviazione e delle forze di terra che hanno colpito quattro luoghi di culto. Una di queste – ha fatto sapere il comando Idf – conteneva un tunnel, mentre un’altra fungeva da centro di comando di Hamas. Nel caos generalizzato, si cerca invano di far ragionare le parti, sempre con scarsi risultati. Si susseguono le riunioni per cercare di imporre un cessate il fuoco, per poi cercare un accordo che soddisfi entrambe le parti, ma le posizioni di Hamas e del Governo israeliano, pongono condizioni che non troveranno mai attuazione. Così continua incessante lo scoppio di razzi e di bombe, con la popolazione di Gaza stremata, con scarsi generi alimentari e sanitari per far fronte ai tanti feriti e quella israeliana scossa dai continui allarmi che creano il panico tra i civili. Pochi minuti fa l’aviazione della Stella di David ha colpito un serbatoio della centrale elettrica in Gaza che ora sta bruciando. Impossibile, per gli scarsi mezzi dei vigili del fuoco palestinesi, far fronte ad un incendio di queste dimensioni. E così probabilmente non ci sarà energia elettrica, visto che la stessa centrale lavorava già in maniera ridotta essendo stata già colpita la settimana scorsa. Mentre scriviamo questo ennesimo bollettino dell’orrore, Israele ha avvisato la popolazione della zona di Khan Yunis di evacuare le case. Una nuova gragnola di colpi si annuncia nella zona, per allungare il numero dei morti di questo conflitto perenne.

GB