Iran-NucleaireAperto una  finestra nel lungo e tormentato confronto-scontro tra Iran e Comunità internazionale sul controverso programma nucleare  iraniano. Un confronto condito da toni propagandistici e di sfida da parte di Teheran e di timori, contradizioni e scarsa coesione da parte della comunità internazionale. Dopo anni di discussioni e di stallo l”Iran ha accettato di portare avanti il tavolo dei negoziati. I colloqui sono in corso a Ginevra in Svizzera dove si confrontano le delegazioni del gruppo dei ‘5+1’, le cinque potenze membri permanenti nel Consiglio di sicurezza dell’ONU più la Germania, e dell’Iran  per discutere su questo contestato programma di arricchimento dell’Uranio. Le delegazioni impegnate nei colloqui hanno deciso infatti, di estenderli di altri 4 mesi. Una decisione questa, accolta in maniera positiva da tutti i protagonisti dell’annosa questione.  Le  parti, il 23 novembre del 2013 hanno siglato un accordo provvisorio entrato in vigore lo scorso 20 gennaio e della durata di sei mesi. La speranza è ora di giungere ad un accordo definitivo. A questo scopo i colloqui quindi sono stati prolungati  oltre la prevista scadenza del 20 luglio  fino al prossimo 24 novembre.  Torna quindi la ‘palla’ alle diplomazie che a Ginevra, dove dal 2010 i colloqui con l’Iran sono ripresi, cercheranno di gettare le basi per un vero e proprio accordo sul programma atomico di Teheran.  Per il Ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif però, è difficile che si possa raggiungere comunque un accordo definitivo prima della nuova scadenza del 24 novembre prossimo.  Il capo della delegazione  iraniana insieme a quelli delle delegazione di Stati Uniti, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna con l’aggiunta della Germania, 5 + 1,  sta discutendo per cercare di raggiungere finalmente un accordo  a riguardo la spinosa e annosa questione nucleare iraniana. L’Iran sostiene che il suo programma nucleare sia per scopi energetici e medicali. La comunità Internazionale ritiene invece, che esso sia per scopi militari tendenti a dotare la Repubblica Islamica dell’Iran di una bomba atomica. Del resto appare difficile che uno dei Paesi più ricchi di risorse energetiche come petrolio e gas voglia ricorrere al nucleare come fonte energetica. Per ora i rapporti degli ispettori dell’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica, Aiea, l’ente delle Nazioni Unite che vigila contro la proliferazione degli armamenti nucleari, smentiscono la capacità dell’Iran di produrre bombe atomiche. Comunque sia in base a queste posizioni molto diverse da anni si discute in merito. Incontri che finora non avevano portato ad alcuna conclusione importante. Una svolta però. si è avuta nei recenti negoziati in corso da circa sei mesi. Tanto da spingere le parti a prolungare la discussione oltre la prevista scadenza. Obiettivo primario è  raggiungere un accordo sulla limitazione del programma nucleare iraniano in cambio la comunità internazionale si impegna a porre fine alle sanzioni economiche imposte all’Iran. Un primo risultato conseguenza da questi sviluppi positivi nei colloqui è stato un ulteriore alleggerimento delle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale, Usa in testa, all’Iran. In virtù della legge americana, a chi imporre le sanzioni è indicato  dal Tesoro americano. Vengono di fatto indicati i beni da congelare che  persone morali o fisiche, legate all’Iran, potrebbero possedere negli Stati Uniti , è viene vietato agli americani di avere rapporti commerciali con questi. In cambio dello scongelamento il Paese degli Ayatollah ha promesso di militare alcuni aspetti del suo controverso programma nucleare. Pertanto è stato deciso lo sblocco da parte degli USA  a favore dell’Iran di oltre  2,8 miliardi di dollari. Si tratta di proventi derivanti dalle esportazioni di petrolio iraniano e congelati all’estero dalle sanzioni degli Stati Uniti. Un blocco avvenuto  in quattro fasi da 500 mln di dollari e in due da 400 mln. Mentre da parte sua l’Iran, oltre a diluire il  2 per cento del suo uranio arricchito immagazzinato, ha deciso di convertire un quarto della sua riserva di ossido-uranio arricchito in piastre di combustibile. Un fatto questo che renderebbe successivamente quasi impossibile poi, riconvertirli di nuovo in gas che se ulteriormente arricchito è destinato ad uso bellico.

Ferdinando Pelliccia