
Sono rimasto a dir poco sconcertato dalla notizia che circola da alcune ore, sul provvedimento che l’Ordine dei Giornalisti ha preso nei confronti di Magdi Allam. L’ho dovuto rileggere un paio di volte, perché non potevo crederci. L’accusa sarebbe “Islamofobia”. Riporto un estratto dell’articolo pubblicato proprio da Il Giornale oggi, dove Allam scriveva nel periodo che è stato posto sotto la lente dall’Odg:
Il caso, così come lo ricostruisce l’atto d’accusa, si apre a giugno del 2012, quando l’associazione Media&diritto (che si occupa dei rapporti tra difesa dell’immagine e comunicazione, ndr), patrocinata legalmente dall’avvocato Luca Bauccio, difensore tra l’altro dell’Ucoii, l’Unione delle comunità islamiche d’Italia, presenta un esposto all’Ordine del Lazio contestando una serie di articoli di Magdi Cristiano Allam. I giornalisti del Lazio chiudono il caso l’11 dicembre del 2013: archiviazione. Ma l’avvocato Bauccio, il 19 febbraio 2014, presenta ricorso. E si arriva così allo scorso 16 luglio, quando il Consiglio di disciplina nazionale si riunisce per esaminare il caso. Nell’atto d’accusa si citano le frasi incriminate di Allam, (nove in tutto) da quella del 22 aprile 2011 («Difendiamo le figlie dei musulmani o saremo complici») a «L’Occidente impari dall’Egitto: con l’Islam non c’è democrazia» (5 dicembre 2011). Quindi la decisione. Magdi Cristiano Allam va sottoposto a procedimento disciplinare. Gli viene contestato di: «aver pubblicato nel periodo compreso tra il 22 aprile e il 5 dicembre 2011 sul quotidiano Il Giornale articoli caratterizzati da islamofobia, in contrasto con quanto stabilito dalla Costituzione italiana all’articolo 19 1° comma e dalla Carta dei doveri del giornalista»; «di avere violato l’obbligo di esercitare la professione con dignità e decoro»; «di non aver rispettato la propria reputazione e di aver compromesso la dignità dell’Ordine professionale; e «di non avere, in tal modo, rafforzato il rapporto di fiducia tra la stampa e i lettori». (Il Giornale – L’ordine dei giornalisti imbavaglia Magdi Allam: «É islamofobo»)
Ma chi meglio di Lui può conoscere l’islam e la cultura che vi è dietro? Dove sarebbe l’islamofobia negli articoli pubblicati o nelle esternazioni che esprime? Quanti colleghi si scagliano contro Israele, con un livore estremo ma qualcuno è stato mai accusato dall’ordine? Il problema è che a certi personaggi dall’ideologia stantia, non va bene che si denunci ciò che dovrebbe essere molto evidente a tutti e si lanci un grido di allarme per quanto sta succedendo ai cristiani nel mondo? Perché le morti di Gaza fanno più scalpore delle decapitazioni dei cristiani da parte dell’Isil? La morte violenta in guerra, le torture e gli atti contro chi professa una fede diversa, dovrebbero indignare al di là del colore politico o della propria fede personale. Non possiamo far finta di niente e non vedere che è in corso, attraverso vari meccanismi tra cui la massiccia immigrazione che arriva sulle nostre coste, una forma strisciante di colonizzazione silente.
L’accusa è quella di difendere il credo cristiano al quale si è convertito?
Bene, proprio pochi giorni fa lanciai l’hashtag #IAmNassarah subito dopo aver appreso che l’Is aveva marchiato le case dei cristiani in Iraq con la “n” araba (ن – nūn) a evidenziare che in quelle case vi erano dei nazareni, dei fedeli di Cristo. Io sono nazareno e ora va tutta la mia solidarietà personale e di buona parte della redazione che dichiara: #IostoconMagdi dalla parte della realtà e per consentire a chiunque di esprimere le proprie opinioni, sempre, anche se sono diametralmente opposte alle nostre. Questione di buonsenso: cercare il dialogo con i sordi non ha mai dato frutti.
Gaetano Baldi

