Tornado_del_6º_StormoSulle colline ascolane  non solo si cercano i resti dei due tornado precipitati, ma anche gli altri due militari che ancora risultano dispersi. Si cerca anche di capire quali siano state le cause dell’incidente per cui i due aerei si sono urtati in volo esplodendo per poi abbattersi al suolo in mille pezzi.  Non viene esclusa nessuna ipotesi. Le indagini infatti, non escludono ne l’errore umano ne il guasto tecnico. Di sicuro i capitani Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri, Mariangela Valentini e Paolo Piero Franzese non hanno avuto nessun comportamento non conforme al loro ruolo. Però, inspiegabilmente i due Tornado erano fuori rotta, ossia non erano nell’area  in cui erano stati autorizzati ad addestrarsi ed inoltre, volavano ad una quota inferiore a quella prestabilita. Con molta probabilità al momento dell’impatto i due aerei viaggiavano ad una velocità di crociera e non di addestramento. Inoltre, i due cacciabombardieri stavano seguendo la rotta prestabilita di rientro ossia verso Pescara. Forse cercavano di rientrare in anticipo  a causa di un problema subentrato oppure per raggiungere lo spazio aperto del mare.  Non c’era tempo da perdere ne lo hanno avuto. Sembra che i due aerei volassero con le ali completamente spiegate. Se il fatto fosse confermato nascerebbe una interessante ipotesi. Il Tornado è un cacciabombardiere capace di operare anche a bassa quota ed è  in grado di atterrare e decollare su brevi distanze. Per fare questo il jet è dotato di ali a geometria variabile. Quando le ali sono piegate all’indietro, avvicinandosi alla fusoliera il Tornado accresce la sua velocità a bassa quota riducendo la resistenza aerodinamica. Durante l’esercitazione dovrebbe essere stata questa la conformazione dei due aerei. Con le ali completamente spiegate invece, l’aereo ha più potenza a causa della maggiore superficie offerta all’aria dalle ali, cosa che favorisce, a basse velocità, il decollo e l’atterraggio in spazi ristretti. Se veramente i due Tornado erano in questo assetto significherebbe che erano in difficoltà e addirittura stessero cercando di atterrare o ancora cercavano di tenere uno dei due jet in aria per evitare i centri abitati. Una risposta potrebbe venire dalle scatole nere. Una pare sia stata già recuperata e di certo darà una mano agli investigatori che stanno indagando su quanto  accaduto nell’afoso pomeriggio del 19 agosto scorso nei cieli ascolani. Un tragico destino ha accumunato 4 giovani vite che hanno trovato la morte in un giorno di ordinarietà.  Forse lo spirito di corpo, l’amicizia tra loro li ha portati a condividere questo tragico destino.

Ferdinando Pelliccia