Tel Aviv 13 ago – Allo scadere della mezzanotte di oggi termina la tregua di 72 ore tra Israele e Hamas. Non ci sono comunque significativi progressi nel negoziato che si sta tenendo tra le parti a Il Cairo. Le posizioni dei due contendenti rimangono comunque distanti. Una cosa è certa: se al termine della tregua Hamas ricomincerà i lanci nei confronti di Israele, non soltanto la delegazione della Stella di David lascerà l’Egitto, ma sarà veramente dura riportare intorno ad un tavolo gli israeliani, visto che già all’interno dell’esecutivo di Tel Aviv convivono anime con pensieri diversi, alcune delle quali non vedono per nulla di buon occhio l’aver iniziato un negoziato con Hamas. Altra cosa certa è che Israele non starà ferma a fare da bersaglio ai razzi e che quindi si prevede una nuova offensiva e c’è addirittura chi paventa la possibilità di tornare all’invasione via terra di Gaza, per porre fine con forza e definitivamente alla “questione” Hamas. Insomma o le brigate di Hamas saranno in grado di far tacere le armi anche senza tregua, oppure le previsioni potrebbero essere ancora più catastrofiche dei giorni precedenti il cessate il fuoco in atto. Intanto anche in questo giorno di tregua, è stato pagato un tributo di sangue a Gaza. Cinque le vittime nel nord della striscia, tra cui tre artificieri palestinesi, un giornalista italiano e uno palestinese. La morte è sopraggiunta mentre i tre artificieri stavano cercando di sminare una bomba inesplosa e i due reporter sono stati investiti dalla deflagrazione mentre stavano girando un video sull’operazione.
Ci teniamo a precisare e non per fare sterile polemica, che troppo spesso la stampa italiana dimentica quel minimo di professionalità e deontologia che invece dovrebbe porre in atto. Il nome del collega italiano ucciso, era già noto da circa mezzogiorno di oggi in questa redazione e che ce ne siamo ben guardati dal pubblicarlo nel primo lancio della news, semplicemente perché crediamo che questo genere di notizie, così tanto delicate, date in pasto per la foga di farsi belli a scapito di parenti e amici magari ancora ignari dell’accaduto, non vale la candela del “primato” da scemi che in molti rincorrono; invitiamo l’ordine dei Giornalisti a richiamare i colleghi su tali procedure. Noi abbiamo atteso che arrivasse ufficialmente la notizia. Troppo spesso per fare il nostro mestiere non ci vuole coraggio, ma coscienza.
GB