Una stima complicata ma efficace, per avvicinarsi a una stima esaustiva del prodotto interno lordo. E` quella prevista dai nuovi criteri europei di calcolo del pil che l`Istat ha applicato per il triennio 2011-2013, includendo le attività illegali che `pesano` insieme all`economia sommersa. Dal momento che “sono praticate da soggetti con forti incentivi a occultare il proprio coinvolgimento, sia come produttori, sia come consumatori, rende molto incerto il carattere delle quantificazioni dei flussi economici da essa attivati”, spiega l`Istat in una nota informativa sul ricalcolo del Pil diffusa il 9 settembre scorso in cui tiene a precisare che l`inclusione deriva da una decisione presa a livello europeo che rende operativo il principio secondo cui “i calcoli che esprimono il reddito di una nazione devono essere esaustivi e quindi tenere conto anche di attività vietate dalle leggi nazionali ma che hanno caratteristiche di scambio volontario tra soggetti economici”.
(Adnkronos)