mappaucrainaSebbene sia arrivato il cessate il fuoco nell’est Ucraina, grazie all’accordo firmato lo scorso venerdi a Minsk, la Comunità internazionale invita alla cautela. Non si tratta di un tentativo per smorzare gli entusiasmi,  ma solo un invito a continuare lungo il sentiero tracciato. Quello raggiunto è considerato solo la prima tappa raggiunta nella lunga corsa verso la Pace. Tutto è iniziato con la proclamazione da parte dei ribelli appoggiati da Mosca di due stati indipendenti  nell’est dell’Ucraina, quello di Donetsk e di Lugansk. Nell’Ucraina Orientale per oltre 5 mesi, dal marzo scorso, si sono scontrati forze opposte, da un lato i governativi di Kiev e dall’altro i separatisti filorussi. Due forze la cui entità non è stata quantificata, ma di certo capace di compiere le devastazioni in cui oggi vessa l’Ucraina Orientale con circa 3mila morti. Il prezzo maggiore l’ ha pagato, come sempre accade in caso di guerra, la popolazione civile. In tanti per sfuggire al dramma della guerra sono fuggiti abbandonando ogni avere, portandosi dietro solo quel poco che era possibile. In pochi mesi oltre un milione di persone hanno visto cambiare il loro status in profughi interni e rifugiati. Finora era stato praticamente impossibile garantire assistenza a tutte queste persone. Ora invece, con l’accordo raggiunto venerdì scorso che ha comportato la cessazione di tutte le ostilità farà si che si possa portare soccorso a queste genti. L’ONU in testa, ma anche  le altre organizzazioni umanitarie e tutta la comunità internazionale si sono già attivati per fornire un’immediata assistenza umanitaria. La situazione è critica in particolare nelle zone coinvolte nei combattimenti. La notizia dell’accordo raggiunto è arrivata quando era in corso in Galles il vertice Nato. Un meeting che ha registrato la partecipazione di tutti i leader dell’Alleanza Atlantica. Nel corso del vertice i Paesi membri, proprio come risposta alla crisi in Ucraina, hanno deciso di stabilire una presenza militare permanente in Europa orientale.  Programmata anche la creazione di una forza di pronto intervento, Very High Readiness Joint Task Force, VHRJTF. Dovrebbe essere una piccola forza militare in grado di intervenire nel giro di pochi giorni.