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Udine, 21 set.  Sepolture micenee intatte, databili tra XV e XIV secolo a.C., con corredi di ceramica e attrezzi in metallo, e una sorta di altare funerario per rituali come libagioni e offerte di culto su cui venne deposto un defunto. Sono le principali scoperte della quinta campagna di scavi presso Eghion, in Grecia, condotta dagli archeologi coordinati da Elisabetta Borgna, docente di Archeologia egea all`Università di Udine, nell`ambito di un progetto internazionale del Ministero greco della Cultura, diretto da Andreas Vordos.
È proprio una delle tombe collettive scavate degli studiosi ad aver restituito la serie di inumazioni primarie inviolate con tanto di corredi come anfore, vari tipi di vasi, attrezzi, ornamenti e oggetti personali. Il gruppo di archeologi impegnato nelle ricerche ha così conseguito un`altra serie di risultati che fin d`ora appaiono di primaria importanza per la ricostruzione storica e l`interpretazione culturale della necropoli micenea. In particolare, il filo rosso che permette di seguire l`evoluzione del sito è costituito dai riti e dai culti svolti nelle tombe e presso le tombe. “È opinione comune che, nel rioccupare tombe già utilizzate – spiega la professoressa Borgna -, i Micenei fossero soliti mettere da parte con scarso riguardo, ai margini delle camere funerarie, le ossa dei precedenti defunti per far posto ai morti più recenti. Questa opinione potrebbe essere ora smentita proprio dagli scavi di Eghion”.
“L`eccezionale interesse delle ricerche – sottolinea Borgna – induce ora a elaborare per il 2015 un programma denso di iniziative, che non solo prevedono lo studio dei materiali e dei contesti recuperati, ma anche ulteriori esplorazioni, la cui attuazione dipenderà naturalmente dai fondi disponibili”.