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L’ultima disgrazia del cuore economico dell’Italia, in ordine di arrivo, è il tradizionale appuntamento con la moda. 5 giorni di mordi e fuggi per gli operatori del settore, costretti a correre come pazzi da un angolo all’altro della città per seguire le sfilate. Un concentrato di appuntamenti insopportabile, scomodo, deconcentrante, sfinente. Così quest’anno ci si rende conto che i possibili compratori, arrivano a Milano, scelgono ciò che più gli interessa e scappano in fretta. A Milano non ci vogliono stare a queste condizioni. Ci chiediamo, che accadrà all’Expo?

Ma partiamo dalle sfilate che rappresentano la moda Italiana. Dispiace dirlo dopo tutta la fatica che fanno per mantenersi come manichini, ma le modelle sono inguardabili, brutte e ingrugnite. Nulla di invitante, di gradevole, di bello. Camminano come se avessero problemi di deambulazione, senza femminilità, senza grazia, spesso con scarpe ridicole che peggiorano il modo di presentarsi. E poi diciamolo, altro che moda Italiana! Le modelle sono asiatiche per lo più o africane, nulla che rappresenti la bellezza Italiana. Perché? Perché prendere come esempio New York che ha una sua logica storica, culturale e territoriale, e annullare ogni simbolo che rappresenta l’Italia, la sua cultura, le sue bellezze, le sue forme. Possibile che ormai in Italia si debba fare solo il copia e incolla di ciò che accade nel mondo, senza salvaguardare ne esaltare l’identità culturale e ogni caratteristica del Bel Paese?

Si capisce perfettamente la reazione degli operatori del settore che si trovano a gestirsi i minuti come in una corsa pazza, cercando di essere presenti il più possibile, ad ogni show. Attraversare una città congestionata dal traffico, alcuni luoghi sono impossibili da raggiungere in auto, e si deve passare in mezzo alla più eclatante passerella di ogni genere di umanità, più o meno delinquenziale, come dice la Boldrini “l’avanguardia del nostro Paese”, ossia gente che fa i propri bisogni sul marciapiede e in ogni altro luogo, pronti ad avvicinarti, a insultarti, a incantonarti.
Michele Norsa, amministratore delegato di Ferragamo, dichiara “Se non si riescono a trattenere a Milano gli operatori della moda fino alla fine della settimana, il problema non è  dettato tanto dal calendario, quanto dalla città che è poco attrattiva”.  Chi viene nel nostro Paese per fare acquisti, basilari e significativi per la nostra economia, non si può godere le bellezze di Milano, la città, angoli stupendi sconosciuti ai più e così la stessa città viene penalizzata dai possibili ritorni economici che un evento tanto importante potrebbe offrire.   Dopo la Milano da bere, fatta di grandiosità, di ospitalità e di gusto, ora più di qualcuno si è bevuto il cervello e così finirà miseramente l’ultimo baluardo della nostra economia: la moda.

DR