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In tempo di crisi sembra davvero assurda la scelta della Giunta del Comune di Como, che in una strada ad alta percorrenza come viale Giulio Cesare allarga gli spazi verdi centrali dell’enorme strada e riduce a una striminzita corsia la carreggiata per la viabilità, tanto da rendere impossibile agli automobilisti di passaggio anche una brevissima sosta per un caffè “al volo”.  Proprio in questa porzione sacrificata alla viabilità, guarda caso,  risiede la storica pasticceria-panetteria Vago che dal 1960 offre le sue delizie anche a chi, di passaggio, desidera un minuto di ristoro. Oggi la famosa pasticceria conta più di 22 dipendenti che a causa delle scelte comunali, sono ad altissimo rischio di licenziamento. Chi conosce la realtà “Vago” sa anche che il personale è parte integrante della famiglia e ogni lavoratore non ha solamente un valore relativo alla produttività ma è anche un amico, una persona su cui poter contare indipendentemente dal contratto che lo lega. Già fin dall’inizio di questi lavori “per la sicurezza”, qualche settimana fa,  gli introiti della pasticceria sono in caduta libera; il flusso dei clienti è diminuito sensibilmente e ci chiediamo se fosse così indispensabile fare aiuole su aiuole, addirittura negli angoli dei marciapiedi per far si che le auto non potessero fermarsi in nessun caso, lasciando un “grande varco” invece per i licenziamenti.  Crediamo che il fondamentalismo in qualunque caso porti a situazioni negative, ed è tutto da vedere ciò che è stato fatto con questa drastica scelta: sembra che nei progetti ci fosse scritto “ti stringo così chiudi”. In qualsiasi situazione può esistere un giusto compromesso, soprattutto quando in tempo di crisi devastante si cancellano 22 posti di lavoro per non creare l’opportunità di fare delle zone di sosta accessibili agli utenti dei negozi e delle attività commerciali.  Il Deus che non vuol sentire ne ragioni ne compromessi è il famoso super dirigente del settore mobilità, Pierantonio Lorini, che passò agli onori della cronaca qualche mese fa, per essersi  auto premiato con un bonus di 7.500 euro per la stesura del piano della sosta. Un piano di sosta senza precedenti infatti, che ha sollevato un mare di polemiche ed ha fatto abbassare non poche saracinesche di negozi che si sono visti cancellare quei piccoli spazi per i parcheggi veloci e con loro anche gli introiti derivanti di chi non ha tempo di raggiungere i famosi e scomodissimi silos e farsi una “passeggiatina” di qualche chilometro per acquistare un pesce o qualche panino.

Ma ritornando al caso della pasticceria Vago. L’aggravante è che non solo un cospicuo numero di persone rimarrà senza lavoro ma i proprietari hanno anche una figlia disabile che necessita di cure continue. La loro angoscia non ha più limiti dopo che si sono visti sgretolare le fonti da cui attingere energie economiche, energie meritatissime oltretutto. Per loro non esistono orari ne notti intere, sacrifici inenarrabili buttati in un assurdo progetto “per la sicurezza”, dicono.
Sicurezza? Avete mai visto panchine alloggiate a pochi centimetri dalla carreggiata, volte verso la strada? L’unica sicurezza che abbiamo notato è l’invito a sedersi in un grande gabinetto per cani (perché quel verde in quel tratto sembra proprio un orinatoio per cani), a respirare aria inquinata e se per caso un’auto sbanda fa pure la frittata.
Una triste rima che vorremmo sostituire con “amministrazioni al servizio dei cittadini”, un significato che in Italia si è perso nella notte dei tempi. Una cosa possiamo promettere ai signori Vago, che questa grandiosa progettualità che li sta distruggendo la seguiremo attentamente: foto su foto dimostreremo come la vita delle persone vale molto meno di occulte finalità.

Il progetto

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