
Parigi, 3 ott. – “Dal petrolio, in un anno, lo Stato Islamico può ricavare fino a 500-600 milioni di dollari”. A sostenerlo, in un`intervista a `Les Echos`, è Francis Perrin, il presidente di Stratègies et Politiques Energetiques (Spe), un centro di studi strategico francese. L`oro nero, sottolinea Perrin, “è uno degli elementi più significativi del tesoro di guerra dello Stato Islamico che ha anche altri ricavi che provengono dai ricatti, dal traffico di antichità e da doni che provengono da alcuni Stati del Golfo”. Proprio per questo, rileva, “ha fatto bene la coalizione a prendere di mira anche le raffinerie” in possesso dell`Is. “Senza carburanti non c’è guerra e lo Stato Islamico sta conducendo una guerra. I prodotti petroliferi rappresentano uno strumento di influenza e una risorsa con le vendite all`estero”.

