virusebola

Negli Usa si registra il primo caso di virus Ebola diagnosticato. Negli ultimi mesi, negli Stati Uniti, sono stati trattati con successo altri pazienti con infezioni da ebola diagnosticate però, in altri Paesi e poi, trasferiti negli Usa. Stavolta invece, nello Stato del Texas è risultato infetto un uomo che alla fine del mese di settembre scorso era rientrato da un viaggio in Africa Occidentale. I primi sintomi che avevano fatto pensare ad un caso di Ebola si sono però, manifestati solo cinque giorni dopo il ritorno negli Stati Uniti. L’uomo era stato immediatamente ricoverato, in stretto  isolamento, al Texas Health Presbyterian Hospital di Dallas, un centro ospedaliero all’avanguardia nel Paese per le malattie infettive. A diagnosticare l’infezione stamani il Centers for Disease Control and Prevention (CDC).  Immediatamente è stato informato del fatto il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Si tratta di una pericolosa scoperta in quanto l’uomo al rientro dall’Africa non presentava sintomi ne tantomeno è risultato positivo ai controlli aeroportuali. La preoccupazione maggiore è ora quella di individuare e sottoporre a controlli medici tutte le persone che sono venute a contatto con l’uomo dopo il suo rientro negli States. L’infezione viene trasmessa attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei delle persone infette. Ebola causa febbre, vomito, disturbi intestinali e nei casi più gravi emorragie interne. La malattia da virus Ebola, EVD, è altamente infettiva e mortale. Al mondo al momento non vi è ancora alcun farmaco ufficialmente approvato per combattere e curare l’infezione. Paesi come la Russia,  Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Giappone sono impegnati nella sperimentazione di alcuni vaccini, ma finora con esiti negativi. Il bilancio delle vittime dell’epidemia di Ebola in corso in Africa Occidentale ha superato abbondantemente i 2mila morti e si avvicina a quota 3mila. Attualmente risultano infette almeno 5mila persone. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, OMS, però prevede che entro il mese di novembre prossimo il numero delle persone infette salirà ad almeno altri 20mila. Mentre stime non certificate parlano di circa 1.800 sopravvissuti all’epidemia in tutta l’Africa Occidentale. Si tratta di persone che ormai hanno formato gli anticorpi e quindi risultano immuni al virus. Però, questo numero è destinato a salire in quanto sembra che molte altre persone che sono state contagiate non hanno per niente sviluppato i sintomi della malattia e altre che non sono mai entrati in contatti con il virus risultano avere gli anticorpi. Purtroppo il virus Ebola continua a diffondersi. L’epidemia ha fatto registrare il primo caso lo scorso mese di febbraio nella Guinea meridionale e si è diffusa rapidamente poi, anche in Liberia, Sierra Leone e Nigeria. Da questi 4 paesi ora si sta lentamente ma inesorabilmente diffondendo anche in altri. Di recente anche nella Repubblica democratica del Congo sono stati registrati dei casi di febbre emorragica anche se una forma diversa meno letale. In Sierra Leone e in Liberia, ormai i medici non hanno più il controllo della situazione sanitaria.