Farnesina © Foto di Ferdinando Pelliccia

AGGIORNAMENTO

Per la liberazione di Vallisa sarebbe stato pagato un riscatto di quasi un milione di euro. Lo scrive l’agenzia France Presse citando una fonte della sicurezza libica che ha chiesto di rimanere anonima.

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Ha ritrovato la libertà Marco Vallisa. Si tratta del tecnico italiano dipendente della  ‘Piacentini Costruzioni’  una società del modenese che opera nel campo delle costruzioni in Libia. Il tenico era stato rapito insieme a due colleghi, un bosniaco e un macedone, a Zuwara nell’ovest della Libia lo scorso 5 luglio. Successivamente, due giorni dopo, i due colleghi erano stati rilasciati, mentre l’italiano era stato trattenuto dai sequestratori. La vicenda è stata gestita fin dall’inizio dall’Unità di Crisi della Farnesina. Ancora non è chiaro le modalità e condizioni con cui il tecnico italiano è stato rilasciato. Possibile che sia stato pagato un riscatto in quanto  questo è  l’unico scopo delle gang che operano in questo ‘settore’. Il rapimento di uno straniero a scopo estorsivo è un’attività molto florida in alcuni Paesi come la Libia. L’ostaggio ha un valore enorme specie se proviene da un Paese che paga  i riscatti. Ovviamente anche se  i governi di questi Paesi ufficialmente dichiarano sempre di non aver pagato alcun riscatto, nell’ambiente le varie gang sanno bene quali sono e quindi sanno quali obiettivi colpire. La gioia per il rilascio di Vallisa è però, ombrata dal fatto che nel mondo, in mano ai sequestratori, vi sono ancora marcoVallisadei cittadini italiani. Alcuni di questi, come il palermitano Giovanni Lo Porto cooperante sequestrato nel 2012 nella provincia del Punjab in  Pakistan insieme ad un collega tedesco, non se ne sa più nulla. Ancora peggio, sempre in Libia, dal marzo scorso non si sa più nulla di un altro tecnico italiano rapito, Gianluca Salviato.  L’uomo si trovava in Libia per conto della società per cui lavora, la Ravanelli di Venzone (Udine), società che opera sempre nel settore della costruzioni. Purtroppo a pesare sulla vicenda il fatto che Salviato è diabetico ed ha bisogno quotidianamente di insulina. Quando venne portato via dai suoi sequestratori non riuscì a portarsi dietro il suo kit. La speranza è che i suoi carcerieri gli abbiano procurato l’insulina di cui necessità. Altri italiani sequestrati nel mondo sono, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli scomparse in Siria dove un mese prima, a luglio, anche un religioso italiano, padre Paolo Dall’Oglio è scomparso facendo perdere ogni traccia.