Lo scorso venerdì il capo dei ribelli di Boko Haram, Mallam Abubakar Shekau, in un video, ha negato l’esistenza di un accordo di cessate il fuoco con il governo federale nigeriano. Il video conferma quelli che erano stati i sospetti sorti fin dai primi momenti dell’annuncio. Ancora una volta quindi, il governo nigeriano è stato ingannato da negoziatori che hanno poca o nessuna influenza sulla leadership di Boko Haram. Il 17 ottobre scorso il governo centrale aveva infatti, annunciato di aver raggiunto un accordo di cessate il fuoco con il gruppo islamista. Il governo aveva trattato la tregua con un sedicente segretario di Boko Haram di nome Danladi Adamu. Un annuncio che aveva fatto ben sperare nella fine di un periodo di almeno cinque anni durante il quale si erano consumate atrocità di ogni genere e di cui ne avevano fatto le spese principalmente le popolazioni civili. Sono almeno 13mila i morti che si contano finora nel corso del duro scontro in corso tra governo federale nigeriano e il gruppo ribelle dei Boko Haram che vorrebbe creare uno Stato islamico nel nord, a maggioranza musulmana, della Nigeria. Nonostante l’annuncio però, i ribelli avevano continuato gli attacchi specie nella parte nord-est del Paese africano. Nel video il leader di Boko Haram ha anche precluso ogni possibilità che le ragazze nigeriane rapite da oltre 200 giorni a Chibok possano essere rilasciate. Mallam Abubakar Shekau ha spiegato che ormai sono andate spose ai suoi combattenti ed ha aggiunto che la guerra contro lo Stato nigeriano continua. In seguito al rapimento di queste giovani studentesse nel Paese africano si è creato un fronte comune affinché il governo federale centrale si muovesse e trovasse una soluzione per riportarle a casa sane e salve. Secondo il dottor Danladi, medico del ‘Chibok General Hospital’ sono almeno sette i genitori delle studentesse rapite che sono morti e altri si sono ammalati non riuscendo a sopportando il trauma per la prigionia delle loro figlie nelle mani degli estremisti musulmani di Boko Haram.

