Aiutateci a capire

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URLOE’ crollato tutto. Nel 68 gli studenti, i giovani in genere, sognavano un mondo migliore e tanti passi importanti erano stati compiuti ma ad un certo punto è accaduto qualche cosa che ha provocato la disgregazione di ogni valore.  Da piccoli ci insegnavano il significato e il valore nell’avere rispetto verso il prossimo, l’importanza della famiglia, la necessità di una moralità e i confini del “possibile” e “dell’impossibile” in nome del bene comune.  Il IV novembre ci portavano a visitare le caserme per farci conoscere ciò che uomini coraggiosi avevano affrontato per garantirci la libertà, così come il 2 giugno si festeggiava la nascita della nostra Repubblica che avrebbe dovuto garantirci la democrazia. Quindi casa, chiesa, nazione, scuola, affetti, lavoro, famiglia,  erano parole che fin dai primi anni di vita si sono radicate nelle nostre anime, facendoci pensare che questo fosse la base da cui partire per continuare a costruire, per rendere sempre migliore la vita sulla terra. Un giorno però, improvvisamente si è capovolto tutto e la parola lavoro ha cambiato significato, ora si chiama disperazione; così come la parola famiglia ora si legge come persone che vivono sotto lo stesso tetto che non necessariamente debbono avere un legame di sangue o di unione matrimoniale o parentale.  Vogliamo toccare temi come l’amicizia? L’onore? E della famosa “parola” intesa come promessa,  c’è qualcuno che si ricorda? Vogliamo parlare dell’amore verso la propria terra, verso la propria Nazione? No, non esiste più nulla di tutto questo. La nostra Nazione è stata regalata a un’entità oscura che ha sradicato i confini nazionali facendo scivolare sul sangue dei nostri avi la scure della depressione, della regressione economica, portando povertà e disperazione, offuscando ogni principio vero di libertà utilizzando falsi principi di democrazia, così come la solidarietà è stata usata come mezzo più o meno lecito ma all’apparenza carico di umanità, per arricchire la cerchia oscura e provocando persino istinti razzisti carichi di mal de vivre, in un popolo ospitale e solidale fino all’accesso.  Ancora qualcuno se la prende con i politici, ossia quegli amministratori che lo stesso “qualcuno” avrebbe scelto se fossimo in uno stato di vera libertà. Ma il vero male, il cancro ha colpito il tessuto sociale e le metastasi sono arrivate ovunque, tanto che la gente subisce, si lamenta ma è impossibilitata a reagire, molti non capiscono ciò che è accaduto, si sono persi dei riferimenti essenziali politici, morali, culturali e il buon senso è stato soppresso per legge.  Siamo un popolo allo sbando, una Nazione accecata che va avanti per inerzia come una nave abbandonata nell’oceano in tempesta. “Ma che fare?” è la frase ricorrente che il comune cittadino riesce a formulare davanti a questo palcoscenico luttuoso, un teatro pieno di fantasmi e di terrore. Il che fare può nascere solo da ciò che si è sedimentato in quella parte della popolazione che ancora il cancro del malaffare non ha intaccato del tutto, dalle nostre anime, dal riconoscimento reale del buono e del cattivo, del giusto e dell’ingiusto, della forza e della codardia, della verità e della falsità, della morte e della vita.  La morte o la vita, nostra e dei posteri. Riflettiamo sul concetto di vita e di morte, non  la morte anagrafica ma la morte della dignità, della speranza, della gioia dell’esistenza, dell’umanità, del benessere, e di tutti quei valori che fino ad un certo momento, si identificano come civiltà.

DR