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Le contraddizioni italiche sull’impiego di forze diverse nell’ambito di operazioni che rientrano invece nei compiti precipui e istituzionali che attengono una specifica Componente, sono purtroppo all’ordine del giorno e riguardano vari settori, anche delicati. In mare, in particolare, seppure nelle acque costiere, opera una gamma di forze e di mezzi  con differenti performances e standard operativi, che appartengono a dicasteri diversi, con obiettivi e finalità  peculiari, dalla Polizia, ai Carabinieri, alla Guardia di Finanza, ecc., mentre la responsabilità della difesa marittima risale alla Marina Militare che, per le acque costiere e per le incombenze relativamente al SAR, ricerca e soccorso in caso di sinistri marittimi, si avvale del proprio Corpo delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera. Da qualche tempo è avvertita la lapalissiana necessità di accorpamento delle varie specificità o sub-componenti che operano in mare; tanto più ora nell’ambito della stessa missione, qual è “Triton”, per evitare quegli sprechi di energie e di risorse, ma anche quelle naturali interferenze che inevitabilmente occorrono in mare, qualora non ci sia un organo deputato, strutturato, titolato ed esperto a svolgerne tale funzione. Si tratta di un’essenziale opera di Coordinamento, seconda solo all’azione di Comando ma altrettanto importante;  si manifesta sia in fase di pianificazione delle operazioni con la definizione di standard comuni, integrabilità dei mezzi disponibili, comunicazioni omogenee, rapporti definiti e standardizzati, sia sul piano tattico e operativo in mare, con l’adozione di piani, frequenze, e altre misure che consentano di operare in stretta sinergia. L’ultima C, si fa per dire, riguarda la funzione specifica del Controllo che, in modo Joint con l’attività di coordinamento, deve essere svolta mediante personale preparato professionalmente per gestire assetti navali, impartire ordini, garantirne la sicurezza, e quan’altro; cioè bisogna disporre di una Centrale Operativa che sa gestire, e gestisce quotidianamente,  le navi in mare impegnate nelle diverse operazioni, sia nazionali, dell’Unione Europea, ed anche della NATO, ove necessario. Non solo: tale Centrale operativa di CINCNAV in cui confluiscono -in tempo reale-  tutte le informazioni provenienti da moltissimi Organismi nazionali e non, ha da tempo sostanziato il progetto del DIISM, un dispositivo Interforze Integrato, voluto  e sotto l’egida del Consiglio dei Ministri pro-tempore, che collaziona i molteplici dati di interesse di chi va per mare, vuoi per la gestione della ‘safety’, ma soprattutto della ‘security’ dell’ambiente marittimo Mediterraneo. In essa confluiscono una messe di dati diversi, dall’Intelligence, alla meteorologia, ai rapporti costieri, a quelli delle unità navali che si trovano per mare, ai dati AIS (sistema identificativo automatico dei bastimenti mercantili e militari), a quelli riportati da aerei ed elicotteri cooperanti.
Esiste inoltre la capacità peculiare di controllo di tutti i mezzi naviganti sia in superficie, che sotto (sommergibili), ma anche il controllo positivo e informativo delle missioni aeree attraverso una specifica  Authority riconosciuta ed in grado di gestire anche missioni di volo UE e NATO. Tutte le informazioni collezionate dalla Guardia Costiera, del traffico mercantile, sono analogamente inviate con continuità alla suddetta centrale del Comando in Capo  della Squadra Navale -CINCNAV-  per la necessaria elaborazione  e fusione con le altre pertinenti, provenienti dalle più disparate fonti. Da CINCNAV sono quindi gestite e coordinate tutte le operazioni che avvengono in mare, sia nel bacino Mediterraneo, sia quelle antipirateria in Oceano Indiano;  è superfluo evidenziare che, proprio per le esperienze e le professionalità consolidate, sussistono acclarati motivi di efficienza delle operazioni, di mera razionalità visto che “è il loro pane quotidiano”, ma anche di costo-efficacia, affidando al Comando Squadra tale compito che da sempre svolge in modo egregio.
Anche nelle operazioni anti-immigrazione, o nella ben nota operazione “Mare Nostrum”, il coordinamento delle attività dei diversi mezzi in mare e di aeromobili cooperanti è stato attuato con elevatissima efficienza e risultati proprio da parte di tale Comando, con l’apporto sia informativo, sia sul campo, di vari dicasteri, come l’Interno con adeguate forze di Polizia, della Salute con la presenza di Medici specializzati imbarcati,ecc. D’altronde se l’Unione Europea metterà a disposizione  di Triton -come pare- assetti sia in termini di Unità Navali che di aerei ed elicotteri, che debbono essere gestiti, coordinati e controllati secondo gli standard vigenti nelle “Marine” siano esse europee o NATO, sicuramente gli unici “abituati”alla loro lingua, alle loro procedure, sono rinvenibili unicamente nella nostra Marina Militare:  un ‘leading –edge’ in termini di coordinamento che non può essere messo in discussione, tantomeno dall’UE!
Peraltro entrambi i nostri Ministri, Difesa e Interno, hanno convenuto che l’operazione Triton, per i motivi anzidetti, andrebbe gestita da CINCNAV, anziché dall’attuale  sede della G.d.F. di Pratica di Mare, mentre Varsavia, sede di Frontex, non pare dello stesso avviso adducendo al fatto che trattandosi di operazione di polizia, non sia possibile gestirla da una Forza Armata (si da un corpo armato?). Forse non è ben compreso che, anche nell’attuale periodo di sovrapposizione “dolce” fra Mare Nostrum -gestita autonomamente dalla Marina-  e Triton, prefigurata fino alla fine di quest’anno, è essenziale che esista un unico elemento di organizzazione istituzionale che effettui il Coordinamento, e siccome finora tutto è sempre stato ben gestito da CINCNAV, è difficile capire e condividere l’orientamento negativo europeo.
Inoltre è noto che, mentre Triton opera con i propri mezzi al limite delle 24 miglia dalle nostre coste, è altrettanto ovvio che quelli della Marina operano normalmente nelle ‘blue water’, nell’Alto Mare anche nell’ambito di Mare Nostrum, con possibilità di scoprire in “avanti e in anticipo” eventuali imbarcazioni che tentano di dirigere verso la costa, e quindi di “passarli” ai mezzi di Frontex, previo necessario coordinamento con la Centrale Operativa di CINCNAV. La Guardia Costiera è già uno strumento che dipende dalla Marina; si tratta eventualmente di creare le condizioni per mettere qualche finanziere a bordo delle UUNN per la funzione specifica di Polizia di confine, e di  qualche Ufficiale G.d.F presso la Centrale di CINCNAV: il raccordo ed il coordinamento fra Difesa e Interno è già consolidato dai link esistenti fra i due dicasteri, senza aver mai dato adito a problemi!
I pervicaci funzionari  dell’Unione Europea di Frontex debbono convincersi che l’Italia, con la voce di due suoi Ministri, ha tutte le ragioni per affidare il coordinamento delle attività di Mare Nostrum e Triton – e poi eventualmente solo di Triton- alla Marina attraverso la Centrale Operativa della Flotta in quanto in possesso di tutti i requisiti per gestire operazioni militari e non (anche di Polizia!), con una migliore economicità e maggiore sicurezza.
E non può essere certo l’UE, con la sua bipolarità, reticente fino all’altro giorno sulle politiche comunitarie dell’immigrazione, a voler imporre una Centrale di controllo sita a Pratica anziché a  Santa Rosa (CINCNAV): è una questione di riguardo dei ruoli che attiene il pilastro europeo  della “sussidiarietà”, ma anche -non ultimo- quello di rispettare la volontà e perfino la sovranità di uno Stato membro!

Giuseppe Lertora