Siglata un’importante convenzione tra l’università degli Studi della Tuscia, la Provincia di Viterbo e la Casa circondariale Mammagialla. Si tratta del progetto che vede coinvolti, per sei mesi, presso l’orto botanico dell’ateneo, due detenuti, un albanese ed un rumeno, rispettivamente di 55 e 30 anni, che, per effetto dell’articolo 21, escono dal carcere tutti i giorni per lavorare presso l’orto botanico, percependo 400 euro mensili. Un’iniziativa, quindi, molto significativa sul piano del reinserimento nella società di chi sta scontando il suo debito in carcere e che è stata presentata questa mattina, presso il Rettorato di Santa Maria in Gradi, dal Rettore Alessandro Ruggieri, dal presidente della Provincia, Marcello Meroi, dal direttore generale dell’ateneo, Alessandra Moscatelli e dal direttore della casa circondariale, Teresa Mascolo. Presenti anche i tutor che assistono i due detenuti nello svolgimento dei lavori presso l’orto: Monica Fonte, curatrice dell’orto botanico, Giorgio Chioccia e Teresa Mariotti, funzionario di servizio sociale all’interno del carcere di Mammagialla. La convenzione, che vede questi due detenuti già da un mese lavorare all’interno dell’orto, ha una durata triennale, mentre il progetto per queste due persone terminerà allo scadere del sesto mese d’attività. Ovviamente, per tutti l’augurio è che questa iniziativa possa essere poi proseguita con altri detenuti, trovando altre risorse o, come ha sottolineato la direttrice Mascolo, anche gratuitamente come prevede l’articolo 21, anche se l’intenzione è quella di dare anche un giusto compenso economico per il lavoro svolto. “Si tratta di un impegno sociale ed operativo – ha esordito il Rettore – risultato di una perfetta cooperazione tra tre enti. La struttura dell’orto botanico è in sofferenza sotto alcuni profili e, quindi, abbiamo pensato di mettere a disposizione proprio quest’ultima per l’attuazione di questo progetto che reputo positivo per il carattere di recupero, che è uno degli obiettivi anche del nostro ateneo”. “In un momento di scarsità di risorse econimche – ha aggiunto Moscatelli – unire il capitale umano è importante e la Provincia ci ha fornito gli strumenti per questo tirocinio”. Moscatelli ha anche ricordato le facilitazioni che l’ateneo mette a disposizione dei detenuti per i loro studi, come la possibilità di non pagare le tase per il primo anno universitario. Meroi ha rimarcato l’attenzione particolare della Provincia sul territorio. “Ho sempre ritenuto – ha affermato – che la pena deve essere la riabilitazione ed abbiamo voluto dare la nostra collaborazione in questo senso”. La Provincia ha,infatti, fornito il tirocinio formativo con collocamento mirato. “Si tratta di un bel progetto – ha proseguito – che unisce un’azione di utilità sociale ad un bellissimo ambiente di lavoro come l’orto botanico”. Monica Forte ha, quindi, spiegato come i due tirocinanti siano molto entusiasti e motivati. “Il primo giorno abbiamo fatto conoscere loro la realtà dell’orto – ha aggiunto – e poi li abbiamo inseriti nel contesto, dando loro il compito di occuparsi della manutenzione ordinaria e straordinaria delle coltivazioni. Hanno anche imparato la potatura delle piante e la gestione delle serre. E’ un mese che già lavorano da noi”. “In un momento di contrasti come quello che stiamo vivendo – ha rimarcato Chiocchia – siamo riusciti a riaccendere una piccola fiammella di speranza per queste due persone”. Mariotti ha precisato come i due detenuti abbiano la pena detentiva già definitiva, che scadrà tra poco meno di un anno e mezzo. Inoltre, i due tirocinanti hanno fatto già esperienze nel carcere nel settore agrario. “Sono persone che effettuano già dei permessi premio – ha proseguito Mariotti – ed il tirocinio ci sembrava il passo successivo per il loro imminente rientro nella società. Ci auguriamo che ora tutto non cessi dopo sei mesi – ha concluso – visto che la convenzione ha durata triennale e che sono in molti coloro che vogliono paretecipare a questo progetto, che alla fine dà un’attestazione da giardiniere”. “Potrebbero partecipare anche ai nostri bandi per braccianti agricoli stagionali presso l’orto botanico” – ha suggerito Moscatelli.

