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Perché lady Merkel va in giro per il mondo spacciandosi per la regina d’Europa? Ci risiamo. Ancora Berlino e ancora dopo cent’anni. 28 Stati sovrani compongono l’Unione Europea, 28 premier e 28 stili di pensiero diversi, ma è ancora la Germania a comandare su tutto e tutti. Dai moschetti allo spread, il tempo sembra non essersi mai mosso. Il Kaiser Guglielmo ha insanguinato il suolo europeo tra il ’14 e il ’18; il Fuhrer ha distrutto totalmente il vecchio continente e la Berlino del dopo guerra ha diviso il pianeta per oltre quarant’anni e oggi la storia si ripete. Non più V1, non Wermacht né Luftwaffe, ora i mezzi e le armi che usano i “crucchi” sono il potere economico, la dittatura fiscale, l’austerity e la prepotenza, quella immutata, che li ha sempre contraddistinti.

Non hanno un grande cervello, evidentemente, quello è roba d’altri; gli artisti, i mecenati, le menti brillanti, i geni, è tutta questione puramente italica o eventualmente francese (un po’ di sano nazionalismo non guasta, eh!).
Loro hanno sempre avuto la forza, quella fisica e di gruppo. Al Louvre hanno fatto razzia non sapendo con esattezza cosa stavano saccheggiando e lo hanno fatto per puro divertimento e macabro senso della conquista. Hanno terrorizzato mezzo mondo con quel battere il tacco delle Schutzstaffel (SS) e dentro ai loro Panzer blindati hanno fatto tremare disumanamente l’intera comunità ebraica. Forza, solo forza e paraocchi. Lavoro e kartoffeln, kartoffeln e lavoro, poco cervello ma tanto lavoro, a testa bassa, senza mai alzarla o vedere il cielo, sentire i profumi e sognare al tramonto. Tornano, sono sempre loro, pronti, di generazione in generazione a creare non pochi problemi all’umanità.
I Paesi del Mediterraneo, Italia, Grecia e Spagna in primis subiscono come sempre è accaduto; quelli del nord non fiatano per paura di ritorsioni. La vicina Francia si adegua, come suo solito, ed ecco che – come per magia – sul tetto d’Europa torna lei, l’incontrastata, l’indiscussa Germania. Ma chi cavolo sono questi signori per dettare sempre e da cent’anni, le regole del gioco? Se si vuole un prestito si deve parlare con Berlino, se si vuole un sconto sul debito si deve necessariamente interloquire con Berlino e se si vuole un miglior trattamento monetario ci si deve supinamente inginocchiare alla Signora, rigorosamente in giubba rossa, gialla, blu o nera. Dov’è l’America e perché non si ricorda dei milioni di giovani caduti?

Hanno ridotto in macerie – in tempi relativamente vicini – un gruppo di nazioni, a partire dalla bellissima Grecia. Oggi, i neoeletti di Atene rivendicano quel disastro e chiedono un risarcimento ma, inspiegabilmente, vengono tacciati di follia. E giù dunque mazzate, all’intero sistema del basso Mediterraneo, con stangate economiche senza precedenti. Ci dispiace assai, ma a noi quest’Europa germanocentrica non piace affatto così come ci disgusta l’idea che per l’ennesima volta, la terza, in un secolo, questa singola Nazione debba sempre essere al centro di tutto, schiacciando con il suo discutibile modus operandi tutto il resto dei popoli sovrani. E’ giunto il momento di reagire, di farsi rispettare e di non sottometterci ancora e sempre all’egemonia di uno Stato che, storicamente e senza ombra di dubbio, ha molte più colpe che meriti ed è artefice di poche, pochissime belle imprese e un’infinità di irreparabili danni.

MIRKO CROCOLI