Almeno venti carri armati russi, 15 autobus con personale militare senza segni di riconoscimento e 10 obici hanno oltrepassato la frontiera dalla Russia, diretti verso la località di Novoazovsk, a est della città di Mariupol dove si teme possa riprendere il conflitto, ha denunciato il portavoce della difesa ucraina Andriy Lysenko precisando che i rinforzi sarebbero arrivati “nelle ultime 24 ore, malgrado gli accordo di Minsk”.
Due soldati sono rimasti uccisi nelle ultime 24 ore in scontri nell’est, ha aggiunto Lysenko rendendo noto il bombardamento delle postazioni delle forze ucraine nella notte, in particolare a Kurakhove, a ovest di Donetsk, a a Berdyansk, vicino a Mariupol. Aerei militari russi avrebbero anche sorvolato il porto considerato strategico, vicino a Shyrokino, ha denunciato l’ufficiale ucraino che comanda le forze dislocate a Mariupol. Anche i separatisti accusano le forze ucraine di aver violato la tregua aprendo il fuoco più di 50 volte, con attacchi anche contro l’aeroporto di Donetsk.
Della fragile situazione nell’est dell’Ucraina, oltre che dell’economia della zona euro e del G7 in programma a giugno in Germania e della cooperazione nella lotta al terrorismo, parleranno nelle prossime ore nel loro incontro a Parigi i due mediatori europei, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. Nel frattempo, una riunione dei ministri degli esteri dei paesi del cosiddetto formato Normandia (Russia, Ucraina, Germania e Francia) si terrà all’inizio della prossima settimana, anticipano fonti russe citate dall’agenzia di stampa Interfax.
“Il cessate il fuoco è solo nominale”, ha dichiarato il comandante delle forze della Nato in Europa Philip Breedlove, in visita in Kosovo, precisando che la Russia ha contribuito alla creazione di una “formidabile forza” nell’est dell’Ucraina. Come preannunciato, Gazprom ha iniziato a rifornire di gas direttamente le regioni separatiste.
La commissione Unione europea della Camera dei Lord britannica accusa, in un rapporto pubblicato oggi, accusa Gran bretagna e Ue di “sonnambulismo”. Londra, particolarmente responsabile per essere uno dei quattro paesi firmatari del Memorandum di Budapest del 1994 in cui si garantiva l’integrità territoriale dell’Ucraina, non è stata né attiva né visibile nell’affrontare la crisi e le relazioni dell’Unione europea con la Russia si basano da tempo sulla “premessa ottimistica” che il paese sia sulla strada di una maggiore democrazia, in questo modo non riuscendo a capire la profondità dell’ostilità della Russia per i piani europei di avvicinamento all’Ucraina.