orso-brunoLa tutela e la conservazione di specie protette e minacciate di estinzione sono da sempre tra le finalità istituzionali del Corpo forestale dello Stato, ulteriormente rafforzate con la legge di riordino del 2004. Tale funzione è stata svolta nel tempo attraverso molteplici interventi che vanno dal controllo, per lo più prevenzione e repressione del bracconaggio, fino ad attività di monitoraggio che dagli anni ’80 vuol dire anche ricerca scientifica.

Un’azione costante, ricordata anche oggi durante l’evento, dal titolo ‘Uomini e orsi’, che si sta svolgendo presso il Palazzo dell’Informazione a Roma, dove viene proiettato il documentario ‘Gemma, la madre degli orsi’, prodotto da Adnkronos insieme al Corpo forestale dello Stato.

È stato proprio il Corpo forestale dello Stato ad introdurre, a metà anni ’90, nell’area appenninica e grazie ad un progetto Life, il monitoraggio su base genetica dell’orso bruno marsicano, consentendo così di avviare una banca dati genetica che raccoglie informazioni accurate sulla consistenza numerica di questa popolazione.

La metodologia messa a punto è stata successivamente sviluppata ed affinata dal Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm) e dall’Università La Sapienza di Roma, coi quali il Corpo forestale dello Stato ha sempre collaborato, consentendo di consolidare le informazioni di cui dispone la comunità scientifica, che nelle prossime settimane si arricchiranno dei dati del monitoraggio genetico condotto nel 2014 col progetto Life Arctos.

Oltre al monitoraggio della popolazione, la Forestale ha contribuito negli anni anche ad altre importanti iniziative per la tutela della specie, sia nell’area appenninica che in quella alpina, estrinsecando in pieno il ruolo di polizia di prossimità nelle aree rurali e montane e contribuendo alla conservazione della specie.

Accanto alle attività di prevenzione e repressione del bracconaggio, ha contribuito alla messa a punto ed attivazione di procedure per la gestione degli orsi confidenti, la cui presenza nei centri abitati delle aree montane viene non di rado vista come un problema di ordine e sicurezza pubblica.

A questo scopo, grazie al progetto Life Arctos, sia nell’area alpina che in quella appenninica, è stato adeguatamente formato personale in grado di gestire le diverse criticità, secondo procedure coordinate e condivise tra i diversi enti interessati alla gestione del fenomeno che, sebbene limitato a pochissime unità, può destare preoccupazione.

“In questo lavoro abbiamo raccontato uno stato dei fatti facendo emergere quella che è la situazione in una particolare area dell’Abruzzo, Scanno e paesi limitrofi. Qui si sono trovati a convivere una rarissima specie di orsi, l’orso bruno marsicano, e la popolazione della zona”. E’ quanto spiega all’Adnkronos Sebastiano Serino, regista del documentario ‘Gemma, la madre degli orsi’, proiettato oggi nel corso dell’evento ‘Uomini e orsi’ presso il Palazzo dell’Informazione, in piazza Mastai, a Roma e alla presenza, tra gli altri, di Cesare Patrone, Capo del Corpo forestale dello Stato, e del regista Riccardo Milani.

Una convivenza quella tra uomini e orsi non sempre facile ma possibile. Nel documentario, prodotto dal Corpo Forestale e dall’Adnkronos, “abbiamo cercato di mostrare quelli che sono i pro e i contro della coesistenza tra esseri uomini e orsi sospendendo il giudizio perché sia lasciato allo spettatore”, dice ancora Serino.