svizzeraRallenta la crescita del pil svizzero nel 2015. Dopo l’eliminazione del cambio minimo fra euro e franco, gli esperti della Confederazione elvetica si aspettano ora una temporanea flessione congiunturale, ma senza gravi conseguenze. Per il 2015 e il 2016, è stimata una crescita del pil rispettivamente dello 0,9% e dell’1,8%. E’ quanto riferisce oggi in un comunicato la Segreteria di Stato dell’economia (Seco). E’ previsto anche un lieve aumento del tasso di disoccupazione.

Gli indicatori congiunturali svizzeri sono peggiorati dopo la decisione della Banca nazionale svizzera (Bns) sul tasso di cambio. Tuttavia, le schiarite in Europa e il consolidato rilancio negli Stati Uniti dovrebbero attenuare questi effetti negativi, viene sottolineato nella nota. Benché il rallentamento generale sia moderato, attualmente alcuni settori o singole imprese devono far fronte a grosse difficoltà in termini di competitività dei prezzi. Lo scorso febbraio gli esperti della Confederazione, a causa dell’insicurezza creata dall’abbandono del cambio minimo, avevano rinunciato ad una previsione dettagliata del pil. Nel dicembre 2014 si parlava di un +2,1% per il 2015 e di un +2,4% per il 2016.

Intanto, a febbraio si è registrata una diminuzione del 3,9% delle esportazioni e del 5,3 %, riferisce si legge l’Amministrazione federale delle dogane (AFD). La bilancia commerciale ha chiuso con un surplus di 2,5 miliardi di franchi. Per quel che riguarda l’export nove settori su dieci hanno subito una decrescita delle vendite: fa eccezione la gioielleria. Inoltre, a causa del franco forte, la maggioranza dei rami ha dovuto sopportare un abbassamento dei prezzi.

I dati destagionalizzati mostrano un calo delle esportazioni pari al 3,2% rispetto al mese precedente. Si tratta del terzo calo in quattro mesi. Le vendite di merci svizzere hanno perso terreno verso tutte le regioni del mondo, tranne il Nord America, che registra un incremento del 7%.