khatLa diffusione delle sostanze di nuova generazione, che si affiancano a quelle che ormai da decenni hanno invaso il mercato del consumo di droga, ha conseguentemente innalzato la soglia di attenzione dei militari della Guardia di Finanza di Malpensa. Ieri le Fiamme Gialle hanno intercettato due cittadini romeni provenienti da Nairobi (Kenia) via Addis Abeba (Etiopia). Sottoposti a controllo dopo aver insospettito i militari, i due venivano trovati in possesso di ben 93 chilogrammi di khat, nascosti all’interno di quattro valigie e quindi arrestati.

In un periodo di crisi economica, tra le sostanze che hanno effetti collaterali devastanti ed un prezzo relativamente basso si sta conquistando una sua “fetta di mercato” il Khat, la cosiddetta “droga dei poveri” in quanto poco costosa ma ugualmente pericolosa per la salute. Si tratta di un’essenza naturale costituita dalle foglie del Catha Edulis, un arbusto originario delle regioni orientali dell’Africa, ma assai diffuso nella penisola Arabica. Le foglie di questa pianta contengono un alcaloide dall’azione stimolante che causa stati di eccitazione e di euforia e che provoca forme di dipendenza, tanto da essere introdotta nel 1980 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le sostanze stupefacenti.

Il consumo di questa sostanza avviene tramite la masticazione delle foglie ed il prodotto migliore è quello che si ottiene dalle foglie giovani ed integre, quindi più tenere. I principi attivi presenti nel khat sono dei composti fenilalchilaminici analoghi alle anfetamine: la catina ed il catinone. Prodotti di nuova generazione quali il Ghb (tristemente salito agli onori della cronaca perché legato ad episodi di violenza sessuale ai danni di ignare consumatrici), la Ketamina (prodotto utilizzato in ambito veterinario), l’ecstasy e le altre sostanze prodotte a basso costo in laboratori spesso ricavati in ambiti domestici vengono sequestrati in quantità sempre maggiori anche presso l’aeroporto di Malpensa.