Siamo tutti Veneti…

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Per chiarezza: chi scrive queste righe non è né Padovano, né Veneziano, ma laziale. Quanto segue non ha alcuna velleità politica; non è scaturito per sponsorizzare alcunché. Non simpatizzo né per il “Carroccio” né per il “Nazareno” e non appoggio alcun Leader del territorio della Serenissima. Metto da parte ogni considerazione o simpatia politica, non ho nulla che mi accomuni a quel territorio o che può far presagire ad un idea di parte.

Detto ciò, fondamentale premessa, quanto di seguito altro non è che un accorato e sincero messaggio proveniente dal cuore e diretto a tutti i nostri cari connazionali del Veneto.

Voi, che siete stati per decenni, negli anni d’oro del boom, il motore vero dell’economia (insieme alla Lombardia), il polmone che faceva muovere l’intero Paese. Una distesa pianura, quella padana, colma di fabbriche, benessere, che donava occupazione per migliaia di uomini e donne. Quando si passava da quelle parti, per una gita, una bella vacanza o per un meeting di lavoro era impossibile non voltarsi a destra e a sinistra per ammirare il vanto italiano; aziende, canne fumarie, industrie. Un grande territorio in continuo movimento, in perenne evoluzione. Avevate Maniero e la banda del Brenta – questo si – ma quel tipo di malavita cercava l’oro, razziava i Casinò e i soldi assicurati delle banche o dei furgoni portavalori. Siete riusciti ad arginare quel male e tenere duro anche in quel contesto. Avevate i vostri problemi quotidiani, come tutti noi del resto, fatti di piccoli o grandi difficoltà, ma l’invidiabile forza d’animo che vi contraddistingue da sempre vi ha spinto ad andare avanti, speranzosi e vincenti.
Come fare a non ricordarsi dei tanti “schèi”, i miliardi di lire che con il vostro sudore, le fatiche e il duro prodigarvi, tramite la moltitudine di tasse, prendevano la strada verso Roma Caput Mundi e al sud, nel mezzogiorno. Mai vi siete lamentati in quegli anni, pur sapendo che gran parte dei vostri sforzi erano diretti fuori confine. Tanto di cappello allora, da chi Veneto non è ma che da italiano sa e non può dimenticare.
Un cuore pulsante che dava ossigeno vitale all’intero apparato, quel cuore energico che non cessava mai di battere e ci rendeva orgogliosi, forti e quarta nazione più ricca del mondo. Ora, con profonda tristezza, vi guardiamo attoniti su gran parte dei talk show televisivi; arrabbiati, sconcertati e impotenti. Questa è la vera sconfitta. Sentire la collera dei piccoli imprenditori distrutti dalla spregiudicata tassazione, vedere le lacrime delle povera gente, rapinata per decine di volte in assenza di una tutela dello Stato, onesti titolari di attività commerciali che – oramai inermi – si muniscono di armi da fuoco per far fronte ad una “guerra” di strada senza precedenti. Assistiamo con amarezza, dai divani di casa, alle vostre strazianti parole, fatte di un sapore nuovo; intriso di sconfitta e delusione. Qui non c’è più il colpo al quintale d’oro Vicentino dal Marco Polo in partenza per Francoforte, qui ad essere colpite ci sono le persone comuni, i piccoli imprenditori, le brave famiglie, quelli che un tempo erano il tessuto sociale, l’ossatura di un intero Paese, l’essenza assoluta che ci ha reso belli nei decenni splendidi di un Novecento che è lontana chimera. Palermo, Napoli, Roma, Milano, Bologna, Aosta, Brescia, Ancona… In molti e in tante città sentono e percepiscono sulla pelle e nell’animo il vostro intenso dolore. Lo captano dagli occhi, da quegli sguardi che hanno un qualcosa di sincero, di vero, di unico. Per anni siete stati voi la colonna portante della nostra società, e riteniamo dunque opportuno adesso, starvi vicino, oggi più che mai. E’ la legge dei grandi valori, dell’amico che si vede nel momento del bisogno, quell’amico che un tempo ha fatto tanto per gli altri. Non avete mai vissuto quello che state vivendo in questi ultimi anni, e noi per quanto lontani con il corpo ma di sicuro non con la mente, a furia di sentirvi in difficoltà tramite il grande circo mediatico, vi vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà, perché in questo particolare momento non siamo più soltanto italiani… Ma SIAMO TUTTI VENETI… Proprio come Voi!!!

 

Mirko Crocoli