Isis

L’ISIS si sta trasformando in una realtà complessa. Non più un’accozzaglia di fanatici jihadisti ma una vera e propria struttura che minaccia sempre di più l’Europa avvicinandosi ai sui confini da Occidente e da Oriente.
Le truppe del Califfato ormai si affaciano sulle rive del Mediterraneo dalla Libia e dalla Siria dove stanno consolidando le loro posizioni avendo raggiunto la periferia di Damasco ed occupato il campo profughi di Yarmouk dove giungono notizie di gravi atti contro l’umanità perpetrando quotidianamente un vero e proprio genocidio.
Non si può più parlare di minaccia isolata di gruppi di fanatici jihadisti che può essere rapidamente eliminata bombardandola dall’alto. Piuttosto il problema va analizzato sul piano globale perchè il Califfato sta diventando giorno dopo giorno il riferimento politico ed operativo di altre organizzazioni eversive.
Un’aggregazione accumunata dall’odio verso l’Occidente ed in particolare nei confronti del mondo cattolico, che rapidamente si consolida sul piano militare arruolando simpatizzanti in tutto il mondo e sotto il profilo politico, coagulando nel suo interno altre organizzazioni con vocazione jihadista.
La prima e forse più importante Al Qaeda il cui Capo Ayman al-Zawāhirī ha pubblicamente  manifestato l’intenzione di sciogliere la vecchia struttura originata  da Bin Laden e confluire nel Califfato per rivitalizzare la jihad terroristica contro l’Occidente.
Una decisione strategicamente importante e che potrebbe minacciare la sicurezza internazionale e che è, peraltro, seguita da altri gruppi eversivi, quali :

        gli  Al-Shabaab  (i Giovani”, parola originata dall’arabo al-Shabāb, La Gioventù), operativi in Somalia, autori il 2 aprile della strage di studenti  nel Campus universitario di Garissa in Kenia dove almeno 148 persone sono state massacrate, per lo più studenti cristiani;

–        i  Boko Haram (letteralmente significa «l’istruzione occidentale è proibita»), organizzazione terroristica jihadista diffusa nel nord della Nigeria;

–        Al Qaeda nel Magreb (AQIM), un  Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, nato negli anni novanta, durante la guerra civile algerina con lo scopo di istituire in Algeria, già 20 anni addietro,  uno stato islamico. Gruppo terrorista che ha avuto un ruolo abbastanza importante nella guerra civile in Mali.

L’Europa ha ormai alle sue porte i fanatici del Califfato e non può ignorare questa minaccia come ha fatto per troppo tempo impegnata ad operare come una Holding economica piuttosto che come una confederazione di Stati.
Il pericolo è invece reale ed incombente ed è reale il rischio di trovare il Vecchio Continente impreparato e non in grado di difendere le proprie tradizioni cattoliche  e culturali.
Di fronte a questi scenari le parole non bastano e non è sufficiente solo un’azione diplomatica che peraltro in ambito europeo non sembra essere tale da poter assicurare risultati certi.  Ci si deve preparare, invece, ad accompagnare la diplomazia con un efficace strumento militare in grado di opporsi realmente al Califfato. Un’organizzazione  credibile e strutturata con il concorso di tutti gli Stati Membri, che non può essere improvvisata all’emergenza ma deve essere pensata, realizzata e coordinata in tempo utile.
Il ricorso alle armi rappresenta sicuramente il rimedio estremo, ma non per questo deve essere cancellato dalle varie opzioni  che potrebbero essere attuate per difendersi da un’orda di fanatici sanguinari che non esitano a trucidare donne e bambini solo perché professano una religione diversa dall’Islam.[one_half last=”no”]

[alert type=” info”] Chi è il Generale Termentini?

gen-termentiniHo frequentato l’Accademia Militare e lavorato come Ufficiale dell’Arma del Genio per 40 anni. Ho partecipato a missioni di Peace Keeping in Somalia, Bosnia, Mozanbico e quale esperto nel settore della bonifica dei campi minati e degli ordigni esplosivi in Kuwait, Bosnia, Pakistan per l’Afghanistan in occasione della Operation Salam. Una volta congedato ho fornito consulenza nel settore della bonifica ad ONG ed alle Nazioni Unite.

 

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[/one_half]Un estremo rimedio che la stessa Chiesa Cattolica riconosce come scelta fattibile. “Dalla difesa personale possono seguire due effetti, il primo dei quali è la conservazione della propria vita; mentre l’altro è l’uccisione dell’attentatore ».  « Nulla impedisce che vi siano due effetti di uno stesso atto, dei quali uno sia intenzionale e l’altro preterintenzionale » (San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II,).
La legittima difesa, quindi,  oltre che un diritto, in questo caso rappresenta anche un obbligo per coloro che sono deputati a garantire la sicurezza della popolazione e la difesa del bene comune. Dovere che non può essere disatteso e l’ingiusto aggressore deve essere posto in condizione di non nuocere.

Fernando Termentini