giancarlo turchettiDati preoccupanti affliggono la Tuscia in ambito occupazionale. A snocciolarli il segretario generale della Uil di Viterbo, Giancarlo Turchetti, che  informa: “Siamo al 45% di disoccupazione giovanile ed al 42% 43% di disoccupazione femminile“.  Dati veramente allarmanti che ritraggono un quadro tutt’altro che roseo per l’economia locale. “Alla disoccupazione attuale – prosegue Turchetti – si aggiungono ora i lavoratori della cassa integrazione. Chi non ha mobilità avrà l’Aspi o la  mini Aspi. Non si vedono, pertanto, spiragli di luce. Pare che qui l’unica preoccupazione sia la legge elettorale”.

Tra i settori più colpiti dalla crisi in vetta l’edilizia. “Non si compra più una casa, nemmeno se la regalano – sbotta Turchetti – e questo fatto è emblematico.  Chi non ha soldi non può spendere e chi ce li ha preferisce tenerseli. Siamo in un vortice senza fine – incalza il sindacalista della Uil -ed anche chi finora è riuscito a sopravvivere, come il settore terziario, ora sta pagando lo scotto”.

Ma quali misure lo Stato dovrebbe adottare per far ripartire l’economia? “In primis bisognerebbe incentivare le imprese ad assumere e non è che lo si fa facendo assumere a tempo indeterminato con il job act. Occorre una defiscalizzazione delle aziende virtuose e poi dare più soldi  ai lavoratori, visto che a spendere sono quest’ultimi. Gli 80 euro sono un buon inizio, ma non la pancea di tutti i mali. Dando incentivi alle persone che lavorano probabilmente l’economia dovrebbe rimettersi in moto”. Turchetti ricorda al riguardo come la Banca centrale europea abbia elargito diverse risorse alle banche. “Gli istituti bancari devono ora fornire agevolazioni a chi ne fa richiesta, favorendo l’accesso al credito delle piccole e medie imprese” – ha rimarcato il segretario generale della Uil di Viterbo.

Insomma, la Tuscia non sta uscendo affatto dalla crisi? “Io non vedo questa uscita – risponde il sindacalista della Uil – anzi qui al sindacato ogni giorno vengono persone a cercare lavoro ed a cui non possiamo dare risposte perchè il lavoro non esiste”.

Wanda Cherubini