L’11 luglio di 33 anni fa gli uomini di Bearzot conquistavano la Coppa del Mondo di Calcio.

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Una squadra, una leggenda… Nonostante i quattro titoli all’attivo, 2 dei quali negli anni Trenta e l’ultimo del 2006 a Berlino, il vero e unico mondiale di calcio che ha fatto letteralmente sognare gli italiani, oltretutto nel periodo del boom economico, è stato quello strappato in finale nel luglio 1982, contro la Germania Ovest. Un 3-1 passato agli annali dello sport; un rigore sbagliato che ha fatto tremare la Penisola e un Paolo Rossi da “pallone d’oro”. Tra i pali c’era un certo Dino Zoff, uno dei migliori in quel ruolo; davanti a lui, che difendeva la porta “Azzurra”, atleti di un certo calibro come Claudio Gentile, Gaetano Scirea e Antonio Cabrini. E poi ancora il buon Fulvio Collavati, Beppe Bergomi, Gabriele Oriali, il tenace Marco Tardelli, il velocista Bruno Conti e la coppia d’attacco Ciccio Graziani – Pablito Rossi. Franco Causio entrerà dalla panchina mentre “Spillo” Altobelli sostituirà l’infortunato Graziani.
Ad onor del vero non è stato un bel torneo per i nostri azzurri almeno nella fase iniziale, poiché tante sono state le difficoltà per il CT Bearzot. La ripresa, dopo la parte a gironi, grazie al capocannoniere Paolo Rossi, non ha lasciato scampo a nessuno, Brasile del grande Falcao compreso. Un rullo compressore che ha travolto tutto; a nulla sono valsi campioni come i verdeoro Socrates e Zico, il tedesco Rumenigge, il polacco Boniek e un “gigante” di nome Platini. I nostri leoni avevano una marcia in più, qualcosa di magico, di irripetibile, che nasceva prima ancora di entrare in campo. L’unione nello spogliatoio, la voglia di vincere, la forma fisica e l’amicizia, nelle strepitose notti spagnole, hanno reso reale, concreta e palpabile una speranza che è poi divenuta realtà. Una vera favola terminata a lieto fine, con quei tre gol firmati da Rossi, Tardelli e Altobelli.
Sei le reti dello Juventino, recordman del mondiale e, quell’urlo indimenticabile rivolto alle stelle del magnifico Tardelli, è, e resterà sempre nei ricordi di tutti. Come mai potremo dimenticare la coppa alzata al cielo, l’Italia in festa, un Juan Carlos sorridente e soprattutto quella celebre partita a scopa sull’aereo di ritorno da trionfatori. Pertini, Bearzot, Zoff e Causio, concentrati tra un settebello e una primiera che, immortalati dai media di tutto il mondo, hanno saputo rendere semplice e normale qualcosa che invece aveva un sapore esclusivo. Tutto, in quelle notti di mezza estate, era gioioso, vitale, strepitoso, grazie ai nostri piccoli grandi eroi che, ancora oggi, si portano addosso, stampato sul petto, un successo dai contorni incantevoli.

Mirco Crocoli

Fasi salienti del match (VIDEO)