Don Raffaele Cutolo, capo indiscusso della Nuova Camorra Organizzata, vive in regime di 41 bis da tantissimo tempo. A 74 anni suonati, il carcere duro per lui non si è mai ammorbidito. Abbiamo intervistato uno dei legali del Boss di Ottaviano, l’Avvocato Aufiero, per capire le ragioni di tale durezza, essendo comunque ben consci che al giorno d’oggi, il “professore”, non può certamente avere la stessa pericolosità di un tempo.

cutolo-bn

Se parlo crolla mezzo Parlamento”. Queste le ultime dichiarazioni di Don Raffaele Cutolo in un intervista aRepubblica datata 2 marzo 2015. Parole molto forti e che sicuramente fanno riflettere. Che i rapporti ci siano stati non è un mistero, se pensiamo che “il principe” di Ottaviano, il “professore” tanto amato dai suoi conterranei, le ha veramente aiutate le nostre istituzioni, quando fu sequestrato l’On. Cirillo ad opera delle Brigate Rosse e – sicuramente – per altre faccende un “tantino” scomode e a noi poco note. Eravamo ancora nel tempo della cosiddetta prima Repubblica, quella in cui gli intrighi di palazzo tra politica, apparati deviati e cosche malavitose erano ben ramificati. Raffaele Cutolo, a cui si attribuisce la responsabilità di aver fondato la NCO (Nuova Camorra Organizzata) sembra che sia colui che abbia pagato più di tutti, tra i vari boss e capi di organizzazioni malavitose di cui la nostra penisola è “straricca”. Un prezzo altissimo se si considera i suoi anni di permanenza nei carceri italiani e soprattutto ancora in regime di 41bis alla veneranda età di 74 anni. Un uomo anziano, stanco e rinchiuso come una “belva”, con tante di quelle restrizioni da far venir meno la voglia di vivere. Un trattamento che lascia sconcertati numerosi personaggi illustri del mondo della società civile, della cultura e non solo, che hanno speso parole di misericordia nei confronti di Cutolo, chiedendo non la grazia ma clemenza nello sconto della pena e un alleggerimento della morsa del carcere duro. Già, perché Don Raffaele non chiede libertà, chiede solamente un po’ di dignità all’interno del penitenziario. La vuole scontare questa “benedetta” condanna ma con un sistema più umano, non di certo in regime di durezza estrema come è il 41. Ad oggi, l’ex Padrino di Ottaviano, ormai isolato da anni, marito di Immacolata Iacone e padre di una splendida creatura di nome Denise, non è più pericoloso, non lo è da decenni ormai e la sua organizzazione ha smesso di esistere già nei primi anni Ottanta con l’avvento dei Casalesi. Perché allora questa inspiegabile perseveranza giudiziaria nei suoi confronti? E’ quello che si domanda anche uno dei suoi avvocati, da noi raggiunto in esclusiva per il gruppo Liberoreporter. Ci siamo quindi fatti due chiacchiere con l’Avvocato Gaetano Aufiero, attivo nel foro di Avellino, il legale che difende il noto Ottavianese da diversi anni. Non potendo chiederlo a Cutolo lo abbiamo fatto tramite il Dott. Aufiero che, insieme alla moglie, è tra i pochi (se non gli unici) che conoscono veramente la disperata situazione del suo assistito e che hanno rapporti diretti con lui.

avv-aufiero

Gentile Avvocato, ci sa dire come mai questa durezza nei confronti di Cutolo?

In tutta sincerità, una spiegazione giuridica, logica e razionale, non so darmela.
So per certo che la detenzione di Raffaele Cutolo è una sconfitta per lo Stato di Diritto in cui ci pregiamo di vivere. Infatti, Raffaele Cutolo ha ad oggi espiato oltre 50 anni di carcerazione, gli ultimi 34 in totale e inviolato isolamento: ovviamente, non mi sento di dire che lo Stato abbia applicato nei suoi confronti una forma di “vendetta” per la sua mancata collaborazione, ma mi sento di poter dire che la sua carcerazione costituisce la più clamorosa smentita dei principi su cui si fonda il nostro Stato di Diritto e, soprattutto, il vigente Ordinamento Penitenziario.

Perché “amico” dello Stato quando ce n’era bisogno e poi abbandonato da tutti? Chi ha interesse di chiudere la bocca per sempre a Cutolo?

Anzitutto, mi sento di escludere che Cutolo sia stato “amico dello Stato”, anche se è indubbio – e lo dicono sentenze passate in giudicato – che a Cutolo Raffaele almeno in un’occasione lo Stato si rivolse per risolvere l’intricata vicenda del sequestro Cirillo.
E’ altrettanto indubbio che dopo quella vicenda – pagina certamente imbarazzante della storia del nostro Paese – Cutolo fu letteralmente spedito in isolamento in un carcere-topaia riaperto proprio per “ospitarlo”; è altrettanto certo che da allora Cutolo è ininterrottamente isolato, ancor prima dell’entrata in vigore del 41 bis che si sarebbe avuta solo nel 1992.
Non sono del tutto d’accordo sul fatto che Cutolo sia stato “abbandonato da tutti”, così come non condivido il fatto che qualcuno abbia “interesse a chiudergli la bocca per sempre”, perché la scelta di non collaborare con la giustizia e di affrontare con dignità la propria carcerazione è una scelta che Cutolo rivendica ed ha il diritto di rivendicare. Allo stesso modo, nessuno può pretendere, e nemmeno Cutolo lo ha mai preteso, atteggiamenti o condotte di gratitudine nei suoi confronti per la vicenda Cirillo, perché, ci fossero state, sarebbero state anche esse la negazione dello Stato di Diritto o, magari, espressione di una sorta di trattativa Stato-camorra che per fortuna non c’è stata.
Nessuna gratitudine, quindi, né considerazione per quanto Cutolo fece in occasione di quella triste vicenda, ma non me la sento di dire che Cutolo sia stato abbandonato.
Ovviamente, tutt’altra cosa è quella sorta di accanimento di cui ho già detto e che mi sembra negli ultimi decenni sia stato attuato nei suoi confronti.
Posso dire, senza alcun timore di smentita, che con Cutolo lo Stato ha sbagliato 2 volte, la prima quando si rivolse a lui per la vicenda Cirilo, la seconda con questo accanimento nei suoi confronti.
Ma respingo altre interpretazioni.

Caro Avvocato, che tipo di trattamento è tutt’ora riservato a Raffaele? Dalle nostre informazioni ci risulta che può vedere poco la moglie, la figlia e anche Lei. E’ realtà?

Cutolo Raffaele è isolato da oltre 33 anni, da oltre 23 è sottoposto a 41 bis e subisce le restrizioni imposte da quel tipo di regime detentivo. Come tutti i detenuti sottoposti a 41 bis, incontra la moglie e la figlia un’ora al mese, senza alcuna possibilità di deroga.

A chi vi siete rivolti? Avete tentato con la Presidenza della Repubblica?

Abbiamo provato tutte le forme di impugnazione, soprattutto quelle di carattere giudiziario.
Non abbiamo tentato con la Presidenza della Repubblica, perché la legge non attribuisce al Capo dello Stato alcuna competenza riguardo lo stato di detenzione dei detenuti. Anche le notizie riguardanti interviste tese ad ottenere la grazia dal Presidente della Repubblica pubblicate qualche anno fa sono destituite di ogni fondamento.

Secondo Lei, ad oggi, Raffaele Cutolo a 74 anni è ancora da ritenersi un uomo pericoloso? Perché questa necessità del carcere duro? Gli organi giudicanti ancora lo reputano da 41 bis?

Non sta certamente a me esprimere valutazioni sulla persistente o residuale pericolosità di Cutolo Raffaele, anche se mi resta difficile credere che dopo oltre 50 anni di carcerazione (fatta salva una breve parentesi di latitanza risalente comunque ad oltre 36 anni fa) un uomo possa essere ancora tanto pericoloso da meritare il regime del carcere duro.
Se poi si pensa a come in questi decenni sia cambiata la criminalità e la criminalità organizzata in particolare, se penso a che cosa sia oggi la camorra in Campania, non posso che concludere che il 41 bis imposto da 23 anni a Cutolo Raffaele, sulla base sempre delle stesse informative, altro non sia che una forma di “patente irrevocabile” concessa al personaggio, che in alcun modo può essere considerato pericoloso come lo fu, si pensi, ben 4 decenni fa.

Avvocato Aufiero, pensa che prima o poi ci sarà vera giustizia e clemenza nei confronti del suo assistito? Arriverà prima o poi questa attesissima decisione di alleggerirgli la permanenza nei carceri italiani?

Noi continuiamo a sperare e ad intraprendere tutte le azioni che la legge ci consente di adottare, anche se, devo dire, che è lo stesso Cutolo che da alcuni anni ha comunicato a me e all’Avv. Paolo Trofino, che da oltre 30 anni difende Cutolo Raffaele, di non voler più ricevere alcuna assistenza legale, avendo egli constatato che ogni nostro sforzo difensivo si infrangeva contro il muro di informazioni datate e prive di ogni attuale fondamento sulla base delle quali il 41 bis viene periodicamente confermato.
La richiesta che Cutolo ci fece già qualche anno fa di desistere da ulteriori iniziative difensive è purtroppo la spia del suo stato di profonda sfiducia nei confronti del sistema giudiziario italiano.

Ancora un paio di domande… Non trova un po’ utopico il pensiero che tutti i mali d’Italia siano da attribuire a Raffaele Cutolo? 

Io non credo che sia giusto fare del facile vittimismo, nel senso di ritenere Cutolo una vittima del sistema.
Tantomeno credo che tutti i mali d’Italia siano attribuibili a Cutolo Raffaele.
Posso peraltro dire con certezza che Cutolo mi ha più volte riferito e scritto di essere “pentito” per davvero delle gravissime e terribili azioni delittuose commesse e di esserlo davanti a Dio, senza alcuna intenzione di intraprendere un percorso di collaborazione con la giustizia.
Dico questo per affermare che Cutolo Raffaele ha certamente commesso reati di assoluta ed accertata gravità, ma aggiungo che egli da anni ne è pienamente consapevole, da sempre respingendo l’idea di voler assurgere a vittima.
Resta il fatto che egli ha pagato, paga e continuerà a pagare con dignità le colpe per i reati commessi.

Lo ha più sentito, lo sente? Cosa dice? Quanto è demoralizzato? Qual è il sentimento più vivo nell’animo di quello che è stato considerato uno dei più “particolari” Boss del Novecento? Ci può’ descrivere delle emozioni?

E’ un po’ di tempo che non lo vedo, l’ultima volta è stato circa 3 anni fa, allorquando era stato da poco trasferito nel supercarcere dell’Aquila.
Come ho già detto, nutre un sentimento di profonda sfiducia nei confronti della giustizia.
Non credo sia demoralizzato, anche se, ribadisco, è un po’ di tempo che non lo vedo.
Posso dire che la nascita della figlia, la piccola Denise, gli ha certamente dato grande gioia e posso solo immaginare quanta ne provi Cutolo Raffaele ogni volta che riceve quell’ora di visita mensile che il 41 bis concede a lui, alla moglie ed alla bambina.

Nel marzo del 2015 Cutolo dichiarò in un’intervista che se avesse parlato sarebbe crollato mezzo Parlamento… A cosa si riferiva e come mai queste parole? Son un po’ forti e di sicuro fanno riflettere

È evidente che Cutolo possa conoscere fatti e circostanze da nessuno mai riferiti e, probabilmente, solo in parte sfiorati dalle tante indagini effettuate e dai tanti processi celebrati. Ovviamente, non conosco nemmeno io quei fatti e quelle circostanze, ma credo che, se rivelati, sarebbero di grande interesse investigativo e non solo. Certo, il riferimento al Parlamento costituisce una forzatura dialettica, ma è indubbio che Cutolo conosca verità non ancora accertate.

Mirko Crocoli