Alla vigilia del Cop21 che vedrà riuniti da oggi nella capitale francese 150 leader mondiali, Roma guarda a Parigi con una grande marcia pacifista per la salvezza del pianeta.

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New York 2014 chiama Parigi 2015, scrivevamo poco più di un anno fa a proposito del vertice delle Nazioni Unite contro i cambiamenti climatici dovuti all’eccesso di monossido di carbonio (CO2) rilasciato nell’atmosfera terrestre dalle grandi potenze industriali, prime fra tutte Cina ed India, e che sono la causa del surriscaldamento globale che sta provocando lo scioglimento delle calotte artiche ed il conseguente aumento del livello dei mari.

Venerdi scorso, il comico Crozza, questa volta senza scherzare, ha mostrato ai suoi telespettatori una “proiezione” dell’Italia come apparirà nel 2100 se tutte le nazioni della Terra non vireranno insieme verso il famoso “sviluppo sostenibile”: l’intera pianura padana trasformata in un grande golfo del mare Adriatico.

Nonostante i gravissimi scontri, di una manifestazione non autorizzata, con le forze dell’ordine avvenuti ieri, per Parigi quella di oggi è la grande occasione, dopo gli attacchi islamisti di Venerdi 13 Novembre e i successivi bombardamenti sull’autoproclamatosi Califfato, per tornare ad essere una grande e libera Capitale di Pace.

L’occasione gliela offre appunto l’apertura del COP21 a Le Bourget, che, a poco più di due settimane dalla strage, vedrà riuniti al capezzale del Pianeta il numero più grande di Capi di Stato e di Governo mai riunitosi in una Francia ancora in “etat d’urgence”: circa 150.

La conferenza sarà presieduta dal ministro degli esteri del Presidente Hollande, Laurent Fabius. “La lotta contro il deterioramento climatico e la lotta contro il terrorismo sono due delle principali sfide del XXI secolo”, ha dichiarato in un’intervista alle principali testate europee, tra le quali “Le Monde”, che a caratteri cubitali si chiede: “Si può ancora salvare il Pianeta?”

L’obiettivo è far sì che il surriscaldamento dovuto all’”effetto serra” non superi i due gradi centigradi.  O si raggiungerà un accordo “differenziato, universale, giuridicamente cogente e giusto” o la vita sulla Terra si estinguera’ in pochi decenni.

Così ieri, Domenica, si sono svolte in tutte le più grandi città del mondo delle affollatissime marce per il clima, sul modello di quanto già avvenne in occasione del summit newyorchese.

roma-cop21A Roma la manifestazione è partita alle 14 da Campo de’ Fiori, nei pressi del michelangolesco Palazzo Farnese, che ospita l’Ambasciata di Francia, fino ai Fori Traiani; una folla multicolore lanciava nell’aria, gremita di palloncini colorati, un grande e leggero mappamondo di plastica. È seguito, sempre strettamente “scortato” dalle autoblindo della Polizia, un concerto rock, peraltro ascoltato da poche persone, rispetto alla manifestazione precedente: risulta poco comprensibile e poco strettamente legato alle tematiche in questione, il perchè durante la performance canora, si palesa con costanza la solita tiritera sulla resistenza al nazifascismo, “unica guerra giusta e buona” e l’intonare a mo di invasati “Bella ciao”; tutto ciò ammorba il significato puro e reale delle vere e stringenti problematiche legate ai cambiamenti climatici. Anche questo è “un clima” che surriscalda le menti e non produce alcun effetto se non la solita retorica.

Giancarlo De Palo