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Una “decisione appropriata” se non “da manuale” a cui però non è così scontato che seguano “ulteriori rialzi di tassi graduali”. E’ questo, in sostanza, il parere di diversi analisti ed economisti sulla storica decisione della Fed, che ieri, per la prima volta dopo nove anni, ha alzato i tassi di interesse di 25 punti base, portandoli da 0-0,25% a 0,25-0,5%. M&G Investments, ad esempio, accoglie con favore “le parole di Janet Yellen circa il lift-off che non rappresenta l’inizio di una campagna di rapido e veloce rialzo dei tassi: a questo proposito, infatti, la Fed rimarrà flessibile e aumenterà i tassi di interesse solo gradualmente. Tuttavia, crediamo che, alla fine, possa verificarsi il rischio che la Banca Centrale debba rialzare i tassi di interesse più velocemente rispetto a ciò che si aspetta il mercato attualmente”.

Secondo Alan Levenson, Chief Us Economist di T. Rowe Price, “il rischio è di rialzi dei tassi per il 2016 inferiori alla stima mediana di 100 pb”, mentre Keith Wade, Chief economist & strategist di Schroders, si chiede: “Dove sono diretti i tassi di interesse? Il comunicato della Fed evidenzia che interventi futuri saranno legati ai dati e che le ‘condizioni economiche giustificheranno soltanto rialzi graduali’. Questa idea è coerente con le comunicazioni del passato, ma sposta la luce dei riflettori sulle stime aggiornate della Fed, che accompagnano lo statement”. Previsioni “un po’ meno da colomba di quanto ci si sarebbe potuto aspettare”.

Secondo Matteo Paganini, Chief Analyst DailyFx.it – Fxcm Italia, “la Yellen si è comportata a nostro parere da manuale, non creando aspettative precise per i prossimi mesi, lasciando soltanto intendere che il ritmo relativo ai rialzi (il vero market mover per il 2016) potrebbe risultare blando e dovrebbe essere subordinato ad un basket di dati macroeconomici che occorrerà valutare prima di decidere come procedere”.

La curva dei tassi per il momento “giustifica la reazione vista sulle borse, alla ricerca potenziale di rendimenti di breve periodo ove quelli offerti dal reddito fisso risultano ancora latitanti, con il dollaro che, dopo dei blandi tentativi di prese di profitto ha ricominciato, nella giornata di oggi, a salire all’interno di un mercato dollarocentrico, che potrebbe riservare nuovi rialzi nel corso delle prossime settimane. La divergenza di politiche monetarie Ue e Usa – conclude – la potrebbe fare ancora da padrona per i prossimi mesi”.