Il vento domina nel primo tempo, nel secondo un’occasione per parte. Al “Ceravolo” finisce a reti inviolate.

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Dal “Nicola Ceravolo” di CATANZARO – Simone Toninato –  “Trovare un amico è così raro come un giorno senza vento a Catanzaro” e i proverbi non sbagliano mai. Nella prima frazione, giocare a calcio, è stato impossibile perché il vento ha spirato fortissimo da ovest verso est, agevolando gli ospiti (che su quel fronte attaccavano) e rintuzzando sistematicamente i calabresi. Ogni pallone rinviato da Grandi ha finito per tornare indietro come un boomerang anziché valicare la linea mediana. Il caso ha voluto che l’intensità andasse via via diminuendo quasi completamente una volta invertito il campo dopo la pausa.

Erra ha schierato i suoi con un 4-4-2 simile per fattezze a quello sperimentato sette giorni fa nel derby col Cosenza. Dall’altro lato Pancaro ha rispettato il copione (4-3-3) modificando quattro interpreti rispetto al passato. Si sono rivisti Russotto e Parisi dall’inizio: il primo ha agito sulla fronte destro del reparto offensivo, il secondo su quello sinistro della retroguardia. Pelagatti è stato provato come terzino destro e – il tecnico garantisce – rappresenta una valida alternativa per gli impegni futuri, mentre Calderini è stato riproposto come falso nove in virtù della forzata sosta ai box di Calil.

Nei primi quarantacinque minuti Russotto, ex di turno, ha tentato più di tutti di trarre il massimo dalle folate che hanno investito il “Ceravolo”. Un paio di palle inattive hanno fatto tremare il portiere locale. Ma paradossalmente le occasioni più ghiotte le ha avute il Catanzaro: al 38’ del primo tempo con Firenze, neutralizzato con i piedi da Liverani e al 34’ della ripresa quando sull’incornata diagonale di Moi, Agnello e Razzitti mancano l’impatto con la sfera a portiere battuto (da verificare, comunque, la posizione dei due). Finale thrilling: Bombagi, subentrato a Falcone, ha costretto Grandi a una prodezza per mantenere la situazione di parità. Zero a zero, nove corner per parte e otto ammoniti ciascuno, si può dire che l’equa divisione della posta sia stato un giusto finale.

TABELLINO

CATANZARO (4-4-2): Grandi; Bernardi, Moi, Orchi, Patti; Mancuso (dal 36’ s.t. Foresta), Maita, Agnello, Squillace; Firenze (dal 26’ s.t. Caruso), Razzitti. In panchina: Scuffia, Caselli, Fulco, Garufi, Barillari, Olivera, Agodirin. All. Alessandro Erra.

CATANIA (4-3-3): Liverani; Pelagatti, Bergamelli, Bastrini, Parisi; Agazzi, Musacci, Di Cecco; Russotto (dal 26’ s.t. Lupoli), Calderini, Falcone (dal 39’ s.t. Bombagi). In panchina: Logofatu, Garufo, Nunzella, Pessina, Di Stefano, Calil, Felleca. All. Giuseppe Pancaro.

ARBITRO: Paolini di Ascoli Piceno. Assistenti: Abagnara di Nocera Inferiore e Sbrescia di Castellammare di Stabia.

RETI: .

NOTE: xyz spettatori, di cui xyz paganti, per un incasso di xyz euro. Ammoniti: Patti, Caruso, Bernardi, Moi (CZ); Calderini, Bastrini, Pelagatti, Di Cecco (CT). Recuperi: p.t. 1’, s.t. 4’. Angoli: 9-9.