petrolioNessun accordo sul congelamento della produzione di petrolio ieri a Doha, ma il mercato sembra reagire meglio del previsto allo ‘shock’. Nella prima parte della seduta, i future sul Wti con scadenza a maggio erano crollati del 4,3% a 38,61 dollari al barile, bruciando quanto recuperato con il rally della scorsa settimana. Verso la fine della seduta, però, le quotazioni del greggio a New York sono risalite in area 41 dollari al barile, in linea con la chiusura di venerdì.

Al vertice tra i paesi produttori, ieri, i ministri presenti hanno dichiarato che le trattative continueranno e probabilmente entro giugno sarà organizzato un nuovo vertice. L’esito del vertice non “sorprende” gli analisti di Icbpi, che ritengono come “indipendentemente dai possibili accordi tra i paesi produttori, il calo della produzione in Nord America stia convincendo il mercato che un equilibrio tra domanda e offerta di greggio si possa raggiungere già nella seconda metà del 2016, per cui – aggiungono – non ci attendiamo nel breve ulteriori significative flessioni delle quotazioni”.

Nell’ultimo mese, il rialzo dell’8% del prezzo del petrolio e ulteriori prove della stabilizzazione della crescita cinese “hanno spinto al rialzo i titoli dei settori energetico e dei materiali”, fa notare un report di Pictet Asset Management. Contrastati oggi sulla Borsa di Milano i titoli energetici: Eni oggi ha chiuso in calo dello 0,30%, Saipem in deciso rialzo (+5,2%). Tenaris segna +0,43%, Snam +0,83%.