bandiera-tricolore-italianaDi Giuseppe Lertora – La ricorrenza della nostra Liberazione doveva essere un momento di riflessione storica e insieme di riconoscenza per tutti coloro che, nel corso del 2° conflitto mondiale, hanno sacrificato la loro vita, spesso ancora acerba, per la nostra libertà e, più in generale, per liberarci dalle vessazioni sofferte fino a quel fatidico 25 aprile del 1945, in particolare dalla popolazione inerme. La stessa parola ‘’Liberazione’’ portava il pensiero a quei nostri Fucilieri del San Marco che, prima o poi, dopo oltre 4 anni di proterva ed ingiusta detenzione, avrebbero ogni Diritto di riacquistare la propria libertà. Quel giorno abbiamo assistito invece ad uno show mediatico della peggiore specie, da Striscia la Notizia, ridicolo, frivolo e ignorante al tempo stesso; il TG5 esordiva dicendo che oggi è il 25 aprile del 1945 e via dicendo con gli sproloqui; il TG di LA7 arrivava a dire che celebriamo la fine della guerra oggi, 25 aprile 2016, altri dedicavano servizi di una superficialità disarmante! : un’ informazione vomitevole sulla fine di un tormento durato, per l’Italia, almeno un lustro di dolorose vicende. Un’informazione o meglio una disinformazione, ben lontana dalle tecniche (la disinformatja..) usate dai regimi sovietici per alterare la realtà per interessi occulti, ma che comunque ha il potere di deviare le notizie vere e corrette nei confronti della nostra collettività nazionale. Proprio quel giorno, per dare il giusto peso alle informazioni della giornata, alcune testate riportavano, con annuncio enfatico e titoloni, a proposito dell’odissea dei 2 Fucilieri di Marina che ‘’l’India si ammorbidisce e diventa più buona; concederà infatti al Sottufficiale Latorre, colpito oltre un anno fa da un grave infarto, di restare in Italia (bontà sua) fino al prossimo 20 settembre..’’. C’è da chiedersi come quei tali che si definiscono giornalisti (piuttosto giornalai, con tutto il rispetto per questi ultimi..) abbiano potuto acquisire e diffondere una simile notizia, così falsa e farlocca, alla pubblica opinione. Costoro, che si piccano di fare pure ‘’maratone televisive’’, sembrano disconoscere che la permanenza in Italia di Latorre non è una benevola concessione della Corte Suprema indiana, ma rientra nelle direttive emanate dal Tribunale del Mare di Amburgo, dopo che l’Italia ha rimesso nelle sue mani il caso attivando –seppure tardivamente- l’Arbitrato internazionale. La decisione della Corte indiana conta quanto’’ il due di picche, quando la briscola è coppe’’: cioè zero, altro che benevolenza e clemenza dell’India! Va detto che la stessa Ministra della Difesa ha sentito il dovere di rettificare tale ‘’castroneria’’ sia formalmente sia attraverso i social, chiarendo che ‘’ Latorre resta in Patria in quanto l’Italia si conforma alle decisioni del Tribunale Arbitrale’’: punto! Forse quei tali hanno dimenticato, se mai si sono presi la briga di conoscerlo, che dopo aver tergiversato per anni sull’attivazione dell’Arbitrato, passando prima attraverso una inutile fase di internazionalizzazione della disputa, ovvero di accordi bilaterali politici e diplomatici che non hanno avuto alcun esito se non quello nefasto di prolungare i tempi, l’Italia non ha mai voluto disturbare il conduttore indiano confidando in una improbabile revisione della sua pretestuosa volontà nel volerli giudicare in India. Forse quei tali hanno scordato che l’India, come l’Italia, ha avuto un ordine da Tribunale di Amburgo di ‘’frizzare’’ (congelare) ogni attività unilaterale nei confronti dei 2 FCM, nelle more delle sue decisioni di competenza, per evitare di esacerbare l’attuale contenzioso in atto: è ovvio che anche la decisione buonista della Corte indiana, stante la non definizione della competenza giurisdizionale, non ha alcuna rilevanza. Più precisamente l’ITLOS, il predetto Tribunale di Amburgo aveva preso la decisione giusta di ‘’ sospendere ogni qualunque azione e iniziativa da parte italiana ovvero indiana, e ogni processo in corso per evitare di inasprire ulteriormente la situazione’’ e di rinviare la decisione secondaria che conteneva la richiesta italiana di far rientrare il FCM Girone in Patria, ’’ non sussistendo motivi di urgenza’’. L’India finora si è dimostrata tutto men che buonista, pervicacemente determinata a mantenere il processo in casa propria; finora ha tenacemente perseguito, anche con l’inganno, la loro detenzione con violazioni di regole di civiltà di ogni genere e disconoscendo, talvolta con disprezzo e noncuranza, le norme internazionali del Diritto delle genti : un segnale democratico anomalo, contrario ad uno Stato di diritto, di moderna barbarie. I soprusi indiani partono dall’inizio, con l’inganno ovvero il rientro coatto della Enrica Lexie; siamo di fronte a comportamenti meglio definibili ‘’pirateschi’’ e al di fuori di ogni regola della
comunità internazionale. Analogo atteggiamento piratesco indiano si rinviene quando la Lexie va all’ormeggio a Kochi il 19 febbraio 2012 e sale a bordo la polizia armata –si parla di una sessantina di poliziotti- che, con la forza, come se avesse da fare con delinquenti o peggio ancora terroristi, costringeva i fucilieri a scendere, li arrestava seduta stante e sequestrava le armi del nostro Stato loro affidate. Altro che ‘’buonista e grande democrazia’’ quest’India elefantiaca e falsa. Speriamo solo che i giudici del Tribunale Arbitrale ne tengano debito conto per togliere all’India ogni velleità sulla giurisdizione: questi fatti hanno una rilevanza, in termini di ‘’gross violation’’ dei diritti umani universalmente riconosciuti, assai più delle disquisizioni dei vari azzeccagarbugli sul Diritto internazionale, sulle discussioni sulla zona contigua, e perfino sul pieno riconoscimento della immunità funzionale! Infinite sono le dimostrazioni di innocenza implicita o esplicita dei 2 FCM Latorre e Girone: se è vero che finora ha prevalso l’arroganza della ‘’grande democrazia’’ indiana, ‘’il loro teorema’’ barbaro e incredibile della colpevolezza sembra incrinarsi LA DISINFORMATJA SUI FUCILIERI DI MARINA.docxdopo il verdetto del Tribunale del Mare di Amburgo, e si spera crolli completamente con quello Arbitrale dell’Aja dando infine all’Italia la competenza della giurisdizione, e si riporti così i nostri 2 FCM in Patria. Certo è che le recenti notizie non inducono all’ottimismo; la Corte Arbitrale dell’Aja ha reso nota la calendarizzazione degli appuntamenti sulla questione dei 2 Fucilieri di Marina che rimanda, bene che vada, all’agosto del 2018, la decisione finale sulla competenza giurisdizionale del caso: una lentezza burocratica poco accettabile, cui purtroppo noi italiani siamo abituati, ma che la è sempre meno quando ciò riguarda e investe direttamente esseri umani ed i loro sacrosanti, elementari diritti. La documentazione presentata al Tribunale di Amburgo evidenzia oltre ad inaccettabili ‘’taroccamenti’’ e falsità in diversi allegati, che le morti di quei due poveri pescatori sono avvenute in tempi diversi di ben cinque ore, e a decine di miglia di distanza da dove si trovava la nave Enrica Lexie, ma anche le menzogne puerili e reiterate sulle prove balistiche, nonché tutto il resto profferto nell’arco di questi 4 anni, potrebbe convincere e far decidere più rapidamente il Tribunale dell’Aja della inconsistenza di quella montatura creata ad arte dagli indiani. Resta ancora aperta la decisione sul possibile ed invocato rientro in Patria dell’altro FCM, Girone, tuttora ‘’detenuto’’ in India; della prefigurata riunione del 30-31 marzo scorso nulla è trapelato, pur auspicando una soluzione a nostro favore, anche se permangono seri dubbi in merito. Il rientro di Girone potrebbe essere visto come una parziale soddisfazione, ma nulla è scontato; almeno in quell’occasione i nostri governanti e lo staff degli avvocati difensori, consci delle falsità dei documenti trasmessi dall’India, avrebbero dovuto alzare i toni denunciando ogni altra diversa decisione, contraria allo stato di diritto. C’è bisogno non di una giustizia scioccamente giustizialista, ma di una giustizia della Legge e del Diritto Internazionale che confermi l’innocenza dei 2 FCM, visto la mancanza di capi d’accusa nei loro confronti, e –noi siamo convinti- della loro estraneità ai fatti occorsi: un’aberrazione giuridica che non contempla il ‘’buonismo’’ indiano e neppure la loro clemenza, perché non c’è alcuna necessità di chiedere in ginocchio ciò che ci spetta come Nazione sovrana. E, in ultimo, una prece: certi media la smettano di dare notizie a piffero, dilettantesche o peggio, teleologicamente orientate; è loro dovere documentarsi e dare notizie verificate, se no meglio glissare e fare gli gnorri come finora hanno fatto nei confronti di quei due poveri militari, la cui Liberazione interessa molti onesti cittadini, ma loro, davvero poco!