Maccartismo, paura rossa, caccia alle streghe, spionaggio; l’incredibile vicenda della coppia finita sulla sedia elettrica in piena Guerra Fredda.

Julius-ed-Ethel-Rosenberg

Correva l’anno 1951, uno dei periodi più oscuri del novecento; la corsa al riarmo atomico era ossessiva, l’attrito tra le due superpotente vincitrici del secondo conflitto ai massimi livelli, la tensione internazionale palpabile. Da un parte troneggia, onnipotente, il maniacale maresciallo sovietico Josif Stalin, dall’altra l’intransigente 33° inquilino della Casa Bianca, il Massone Harry Truman.

L’Europa – in macerie – è già stata spartita come una torta qualche anno prima, preludio di quella lunga contrapposizione tra gruppo Nato e Patto di Varsavia che condizionerà il mondo per i cinquant’anni a venire. Si combatte in Corea sotto il comando del generale Douglas MacArthur e, anche se nel vecchio continente ancora non è stato eretto il grande muro di cinta nel cuore della Germania, l’aria che si respira tra gli ex-alleati antinazisti è pesante. C’è una cortina invisibile come sostiene Churchill… di ferro! È nato da poco il nuovo secret office degli Usa a sostituzione dell’Oss e prende il nome di Central Intelligence Agency (CIA) che si avvicenda attivamente insieme agli inglesi del Sis.

Il blocco armato del ‘48 ad opera dei sovietici, l’operazione Gold, alias tunnel sotterraneo sotto Berlino, inasprisce gli animi e a pochi metri il controspionaggio delle principali potenze è ossessivo e costante. Comincia dunque l’anti-imperialismo da un lato, l’anticomunismo dall’altro e a farne le spese sono spesso gli informatori, gli uomini dell’intelligence, le spie, gli 007 dislocati nei vari continenti.

Durante quasi mezzo secolo di guerra fredda sono balzate alle cronache incredibili vicende di personaggi che in entrambe le aree hanno messo in gioco la propria vita, per l’ideologia o puramente per servire patriotticamente i loro governi. Alcuni hanno avuto la peggio, condannati a morte o incarcerati per lunghi anni come avvenuto al colonnello del Gru Oleg Penkovsky o a Rudolph Abel, altri invece, si sono dati alla fuga, come Mitrokhin, il polacco Kuklinski o il quintetto di Cambridge – “I magnifici 5” – capitanati da Kim Philby. Tra i primi a cadere sotto la scure, sono i coniugi (d’origine ebraica) Rosenberg e nel momento forse più delicato negli Stati Uniti d’America. C’è la caccia ai comunisti in patria, quella voluta fortemente dal senatore Joseph McCarthy e dal capo indiscusso dell’Fbi, Mr Edgar Hoover; ideatore del programma “schiaccia ribellioni” top secret Cointelpro (Conter Intelligence Program). In questo contesto, forse anche un po’ “settario” e inquinato negli intenti, Julius ed Ethel rei di aver fornito informazioni sensibili a Mosca, vengono scoperti, denunciati per spionaggio, incarcerati, condannati a morte il giorno 5 aprile 1951 e dopo due anni eliminati per sempre dal “braccio della morte”.

Inutili gli appelli internazionale anche di nomi illustri, quali Picasso, Bertolt Brecht o Papa Pio XII. Ormai il dado era tratto e la decisione irrevocabile! La loro breve esistenza termina con l’esecuzione, il 19 giugno del 1953, presso il penitenziario di Sing Sing nello Stato di New York. Anche questa è un piccolo pezzo di storia del secolo scorso da non dimenticare.

Mirko Crocoli