Molto spesso la natura inghiotte velocemente, senza lasciare alcuna traccia, anche i campi di battaglia più devastati del nostro pianeta. Non è così per quel che riguarda i resti della guerra tra Eritrea ed Etiopia, oggi ancora molto evidenti nei paesaggi eritrei.
Questo scenario potrebbe però non lasciare sorpresi, poiché questa guerra, tra l’indipendenza e le schermaglie per la conquista di altri territori, durata oltre 30 anni, ha causato la morte di oltre 200,000 persone tra civili e soldati. Naturale che i segni siano ancora ben visibili.
Nei vari villaggi, infatti, è ancora possibile osservare i danni subiti nelle battaglie e le varie trincee usate come postazioni militari, ma i resti più evidenti sono migliaia di veicoli militari, abbandonati e distrutti, sparsi per tutto il paese. Ovviamente, durante un conflitto, nel caso di guasto o danno causato da una esplosione, i soldati non avevano sicuramente il tempo di riparare o di recuperare i veicoli danneggiati, quindi, come risultato, si smantellavano i pezzi o gli attrezzi necessari per il combattimento e si continuava per la propria strada.
Ecco che quindi ci troviamo davanti ad un vero e proprio “museo vivente a cielo aperto” e, con l’uso della propria immaginazione, si possono facilmente ricreare i vari scenari e le situazioni vissute sia da soldati che da civili, i possibili sviluppi ed i tragici risultati di ogni campo di battaglia.
Al giorno d’oggi, un vero e proprio tesoro per gli appassionati di storia militare o per i rivenditori e cultori di rottami…

Eleonora Giuliani
e.giuliani@liberoreporter.it

Chi è Eleonora Giuliani?
Classe 1983, nata e cresciuta a Roma, sin da bambina ha iniziato a viaggiare spesso con il padre principalmente nei paesi dell’Europa Orientale, appena dopo la caduta del muro di Berlino; esperienze, queste, che hanno sviluppato una grande curiosità nel scoprire luoghi insoliti. Laureata a Roma in Lingue Straniere, trasferita a Londra per approfondire gli studi, Eleonora ha ottenuto un Master in Interpretariato e Traduzione. Lo studio approfondito delle lingue straniere l’ha portata a interagire con persone provenienti da paesi, tradizioni e culture diverse. Grazie a queste opportunità, il suo interesse per i viaggi è cresciuto esponenzialmente; interesse che ha trovato la sua evoluzione nella fotografia e nel descrivere luoghi atipici e spesso disprezzati, quelli che normalmente trovano spazio nelle prime pagine dei giornali solo ed esclusivamente quando accadono fatti eclatanti, guerre e drammi di ogni tipo.