soldiTorna a crescere in modo significativo, facendo registrare addirittura un +13%, la domanda di prestiti da parte delle famiglie italiane. Nel nostro Paese sempre più persone tornano a indebitarsi e, tra coloro che si rivolgono agli istituti di credito, sempre più numerosi sono i pensionati, il cui assegno, di questi tempi, è considerato un’ottima garanzia, senz’altro più affidabile della busta paga di quei giovani che hanno sì un contratto a tempo indeterminato, ma secondo le nuove regole del Jobs Act che rendono il licenziamento più facile. Ai pensionati, gli stessi istituti di previdenza accordano sempre più spesso la cessione del quinto che è un’altra forma di credito la cui diffusione non smette di aumentare.

A fornire gli ultimi dati sui prestiti ai pensionati è il barometro di aprile della domanda di prestiti pubblicato da Crif, azienda globale specializzata in sistemi di informazioni creditizie. Spesso gli italiani che chiedono soldi alle banche lo fanno per far fronte a spese non essenziali magari per comprarsi un prodotto tecnologico: uno smartphone, un tablet o un televisore nuovo. Si ricorre agli istituti di credito anche per riuscire a pagarsi un viaggio, una vacanza oppure per sostenere l’acquisto di automobili, di elettrodomestici e di arredamento per la casa. Cresce, anche se di poco, l’importo medio richiesto, che si ferma a 8.577 €. Tra coloro che chiedono un prestito, cala leggermente, attestandosi al 24,3%, la percentuale di giovani adulti under 45, mentre i pensionati sono la fascia di età più numerosa, superando il 35% del totale. In aumento anche la durata media del finanziamento: i prestiti superiori ai 5 anni sono il 23%.

I prestiti personali sono per la maggior parte finalizzati e si configurano quindi come credito al consumo, questa tipologia ha fatto registrare ad aprile un + 17% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Quando si tratta di acquistare, gli Italiani si fanno prestare mediamente 5.513€. I prestiti personali che invece non hanno una destinazione precisa sono comunque in aumento di oltre il 7%, il loro importo medio è 12.553€.

In rialzo anche la richiesta di mutui immobiliari: il rapporto parla di un + 8,6% rispetto a un anno fa. Questo dato è però un segnale positivo, sembrerebbe che le famiglie siano di nuovo disposte a investire i loro risparmi nell’acquisto di una casa e se questa tendenza dovesse consolidarsi, col tempo potrebbe diventare un segnale di ripresa per l’edilizia e per il mercato immobiliare che da sempre sono due settori fortemente trainanti per tutta l’economia. Anche nella richiesta di mutui si registra un aumento dell’età media dei richiedenti, questo significa che anche i pensionati contraggono mutui, spesso per conto di figli o nipoti. Sono infatti in calo sia l’importo medio richiesto sia la durata del prestito. Da quando è iniziata l’attuale crisi economica i pensionati si stanno indebitando per sostenere i propri figli e nipoti che costituiscono la fascia di popolazione forse più penalizzata da una congiuntura economica fortemente negativa che non sembra ancora totalmente superata. Se i giovani e gli adulti non potessero contare sul sostegno di questa specie di welfare di natura familiare la situazione di tante giovani coppie e famiglie sarebbe ancora più difficile.

Alla lettura di questi dati occorre collegare un capitolo a parte, senz’altro preoccupante, quello relativo alle cosiddette sofferenze, ovvero ai prestiti accumulati in precedenza e che le famiglie non riescono a rimborsare. Solo nell’ultimo anno la quota di prestiti contratti dalle famiglie e non (ancora) rimborsati ha fatto registrare un’impennata di oltre il 6% producendo un vero e proprio “buco” nella nostra economia nazionale che si attesta ora a circa 37 miliardi. Alla luce di questi dati possiamo dire che molti pensionati, seguendo una tendenza generale, più che indebitarsi, stanno accumulando debiti su debiti precedenti e non ancora chiusi, con un andamento allarmante per le ricadute sull’intera economia nazionale.
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