Precipitano le Vespe, sotto i colpi (3) di un Catania quadrato e incisivo al punto giusto. La Juve Stabia passa con Lisi, Caetano la riacciuffa, Paolucci la supera, Di Cecco la stronca. I campani chiudono in dieci per il doppio giallo comminato a Salvi.

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Dal Massimino di Catania – Simone Toninato – Il Catania era chiamato a riconfermare quanto di buono aveva fatto vedere nei secondi quarantacinque minuti di coppa con l’Akragas. C’è riuscito: ha vinto e convinto, pur senza la totale soddisfazione del proprio tecnico. «Prima bisogna vincere, poi conterà giocare bene», parole quelle di Pino Rigoli da Raccuja che suonano come la ricerca del perfezionismo fin dal primo minuto di campionato. E in effetti il Catania di oggi alla perfezione ci è andato vicino, ha scoperto un Silva padrone della mediana e ha ritrovato la stessa coppia gol di sette giorni fa: Paolucci – Caetano. Di Cecco, capace di entrare e segnare in una manciata di minuti, rappresenta la ciliegina su una torta già di per se gustosa.

Ai fini del racconto del match, la tattica conta poco, basta evidenziare che gli intenti e la qualità degli interpreti, alla resa dei conti hanno fatto la differenza. Più alto il tasso tecnico dei catanesi, così come sono stati più belligeranti i propositi (e così deve essere per una squadra che gioca in casa) dell’undici capitanato da Biagianti.

Spigoloso ma altrettanto intermittente lo scacchiere stabiese, è stato avversario scomodo nell’arco della prima mezz’ora, cioè finché ha tenuto botta azzardando addirittura una volata. Poi le vespe sono calate e i siciliani hanno tenuto in mano il pallino del gioco senza mai più cederlo o quasi. Anche perché lo stesso illusorio gol di Lisi (20’ p.t.) è nato da un episodio: passo avanti, passo indietro di Pisseri, Gil ha perso l’uomo e l’esterno campano ha colpito in diagonale. In quel momento la squadra di Fontana, che alla fine ha parlato di un calo dal punto di vista mentale che ha condizionato la prestazione dei suoi, ha allargato le proprie maglie ed è stata colpita tre volte. La palombella di Caetano è un colpo di bravura che fa il paio con il gol di domenica scorsa. Più rocambolesco il raddoppio di Paolucci: un tap-in successivo al tentato autogol di Morero, prima che Di Cecco chiudesse i conti saltando anche l’incolpevole Russo.

TABELLINO

CATANIA (4-3-3): Pisseri; Nava, Gil, Bastrini, Djordjevic; Silva, Scoppa, Biagianti (dal 36’ s.t. Piscitella); Caetano, Paolucci (dal 27’ s.t. Fornito), Russotto (dal 43’ s.t. Di Cecco). In panchina: Martinez, Matosevic, Parisi, Bergamelli, Mbodj, Sessa, Di Grazia, Anastasi, Barisic. All. Pino Rigoli.

JUVE STABIA (4-3-3): Russo; Cancellotti, Morero, Amenta, Liotti; Salvi, Mastalli (dal 30’ s.t. Ripa), Zibert; Marotta (dal 38’ s.t. Rosafio), Del Sante, Lisi (dal 18’ s.t. Sandomenico). In panchina: Bacci, Mascolo, Petricciuolo, Atanasov, Izzillo, Esposito, Strianese. All. Gaetano Fontana.

ARBITRO: Giua di Pisa. Assistenti: Fabbro di Roma 2 e Diomaiuta di Albano Laziale.

RETI: Lisi (J) al 20’, Caetano (C) al 37’ p.t.; Paolucci (C) al 7’, Di Cecco (C) al 50’ s.t.

NOTE: 3.125 paganti, 4.093 abbonati per un incasso di 38.233 euro. Espulso Salvi (J). Ammoniti: Paolucci (C); Liotti, Morero, Amenta (J). Recuperi: p.t. 0’, s.t. 5’. Angoli: 7-6.